Esclusiva Agimeg, intervista a Lorenza Lei (Lista Civica “Rocca Presidente”): “I cittadini vanno ascoltati ed aiutati concretamente. Disponibile a confrontarmi ed aiutare aziende e lavoratori del gioco pubblico”

Due giorni dopo le elezioni regionali del Lazio compirà gli anni. Lorenza Lei, candidata alle regionali nella lista civica “Francesco Rocca Presidente”, potrebbe festeggiare il proprio compleanno con un risultato elettorale importante. L’ex Direttore Generale della Rai ha messo al centro del proprio programma elettorale il cittadino, che va ascoltato ed aiutato concretamente. Insomma le persone prima di tutto. E Lorenza Lei di gestione di problematiche importanti ne ha vissute, gestite e risolte tante.

Laureata in Antropologia Filosofica presso l’Università degli Sudi di Bologna, Lorenza Lei è dal 2016 Prorettore dell’Università eCampus e docente presso lo stesso Ateneo. È stata docente all’Università La Sapienza di Roma, Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale.  Già Direttore Generale della Rai, prima e unica donna a rivestire tale ruolo, Lorenza Lei ha lavorato alla Rai sin dalla metà degli anni Noventa e in Azienda ha ricoperto incarichi manageriali di alto livello, tra cui la Presidenza di Rai Pubblicità.

È consigliere indipendente di BancoPosta Fondi Spa e dal 2018 per Poste Italiane è consulente strategico dell’Amministratore Delegato. È inoltre componente del comitato per la creazione del Museo per la Fondazione “De Chirico”. Tra le pubblicazioni Et_net. La rete delle reti edito da Rubettino e altri racconti il cui ricavato è stato interamente devoluto all’UNICEF.

È stata insignita di numerose onorificenze, tra cui il Premio Marisa Bellisario – Valorizzazione della Donna. Insomma una donna che ha creduto in sé stessa e nei valori democratici e civili. Dall’attenzione per i cittadini al programma elettorale, passando per la questione della legge regionale del Lazio sul gioco pubblico, tanti i temi toccati da Lorenza Lei in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici.

Lei ha parlato della sua candidatura in una lista civica perché il servizio ai cittadini è un’assoluta priorità.

Quando mi è stato chiesto di candidarmi e dopo averci riflettuto, quello che mi ha spinto a dire di sì è stato proprio il mio profondo senso civico e la mia dedizione al servizio pubblico. I cittadini devono essere ascoltati, ma soprattutto devono essere aiutati concretamente a risolvere quei tanti problemi che vanno ad affrontare: dalla routine quotidiana che spesso diventa un ostacolo insuperabile, penso all’eccesso di Burocrazia, alla Sanità con le interminabili liste d’attesa per un semplice esame che però potrebbe essere in alcuni casi un salvavita, ai problemi dei pronto soccorso. Ma penso anche ai cittadini più fragili come bambini e anziani, o anche alle tante famiglie con disabili che spesso non vengono tutelate. Ritengo che i cittadini siano e debbano essere la priorità di qualsiasi intervento sia sociale, sia politico.

Quali sono i punti principali del suo programma?

Come dicevo, la priorità per me sono i cittadini, ed è intorno a quelle che sono le loro esigenze per poter condurre una vita migliore, serena e in salute che abbiamo costruito un programma. La Cultura, la Formazione ma anche la Sanità. Cultura e Sanità devono camminare sugli stessi binari, binari sui quali deve correre l’esistenza di un essere umano, ci deve essere una coniugazione tra il benessere del corpo e il benessere della mente. Accanto alla Cultura è necessaria una corretta Formazione ed è fondamentale la filiera: Istruzione, Formazione, Lavoro, perché i giovani, i cittadini di domani, devono avere la possibilità̀ di seguire un corso di studi che non solo li formi ma che dia loro un reale sbocco nel mondo professionale che oggi, molto spesso, non c’è.

La sua carriera è iniziata dal basso fino ad arrivare a diventare direttore generale della Rai. Cosa pensa dei tanti giovani che stanno investendo in piccole aziende di gioco pubblico e sperano di ritagliarsi un ruolo nel mondo dell’imprenditoria?

Credo nei giovani e credo nella loro professionalità, ritagliarsi un ruolo nel mondo dell’imprenditoria nel settore è una bella sfida che si può affrontare con tenacia, determinazione e soprattutto competenza. Anche qui gioca un ruolo fondamentale la Formazione.

Il gioco pubblico ha una cattiva (ed immeritata) reputazione politica. Secondo lei perché accade questo e come si potrebbe risolvere la questione?

Credo che abbia una cattiva reputazione, come dice lei, probabilmente perché si parla soprattutto di gioco d’azzardo e quindi delle gravi conseguenze che questo genera: la ludopatia.  Per risolvere la questione ci vuole uno studio preciso al riguardo per proporre interventi mirati.

L’Istituto Superiore di Sanità, nella più dettagliata ricerca sul gioco pubblico mai effettuata in Italia, ha dimostrato come alcune regole, tipo il distanziometro, ottengano l’effetto contrario rispetto al quale sono stati concepiti. In particolare, allontanare le aziende di gioco dai cosiddetti luoghi sensibili (scuole, istituti religiosi, servizi sanitari, etc.) favorirebbe la ludopatia invece di contrastarla. Anche nel Lazio il distanziometro, per quanto riguarda il gioco, è d’attualità. Cosa pensa di interventi di questo tipo?

Combattere la ludopatia credo sia un impegno molto importante e che riguarda tutti. La dipendenza da gioco, come altre dipendenze, genera isolamento sociale con tutte le conseguenze ad esso riconducibili. Credo che tutti gli interventi al riguardo, prima di renderli attuativi, debbano essere ben studiati e articolati e valutati da chi ben conosce le dipendenze, altrimenti potrebbero sortire l’effetto contrario.

Non crede che, nei confronti del gioco pubblico, sia meglio intervenire sulla formazione e sulla prevenzione piuttosto che con interventi proibizionistici?

La Formazione, come ho spiegato prima, credo sia la soluzione migliore per prevenire e sicuramente contrastare. Bisogna programmare dei percorsi formativi per i gestori e il personale, per dar loro strumenti utili per poter riconoscere comportamenti patologici da parte dei giocatori. Non solo, ma credo possa essere importante anche attivare campagne di comunicazione per rendere visibile a tutti, dai più giovani ai meno giovani, i rischi concreti della patologia e le conseguenze che questa provoca.

Nel Lazio non crede sarebbe utile un tavolo permanente di confronto tra le istituzioni locali e le associazioni di settore?

Ho sempre sostenuto l’importanza del confronto tra associazioni e istituzioni locali. Solo con un dialogo aperto si può arrivare a soluzioni utili e concrete.

In caso di elezione, cosa si sente di promettere alle migliaia di lavoratori e di aziende del settore che nel Lazio sono state spesso penalizzate da politiche restrittive?

Sono disponibile ad ascoltare i lavoratori e le aziende del settore per valutare insieme in modo concreto la strada da percorrere nel migliore dei modi, per aiutare soprattutto le aziende e i lavoratori. ff/AGIMEG