Intervista esclusiva a Federico Freni (Mef): caro energia per le sale giochi (situazione e soluzioni), i regolamenti regionali, il riordino del settore, il divieto di pubblicità e cosa aspettarsi con le prossime elezioni politiche

“I giochi sono sempre un tema caldo e nonostante gli impegni elettorali, dare risposte al settore credo sia mio dovere”. Così si apre l’intervista rilasciata in esclusiva dal sottosegretario al Mef Federico Freni al direttore di Agimeg Fabio Felici. Tra i temi trattati il caro energia per le sale scommesse, sale bingo e sale giochi, i regolamenti regionali, il riordino del settore, il divieto di pubblicità e cosa aspettarsi con le prossime elezioni politiche.

RIVEDI L’INTERVISTA INTEGRALE

Caro energia per sale giochi: situazioni e soluzioni

“Sono dell’idea che il gioco debba essere considerato a tutti gli effetti un comparto industriale come gli altri. Questa è una delle ragioni per cui io personalmente e la Lega ci siamo battuti. Nel nuovo Decreto che andrà in Consiglio dei Ministri la prossima settimana sarà previsto per tutte le realtà industriali e commerciali un abbassamento dei mega-watt.

Mi rendo conto che anche nelle aziende più piccole, i costi esorbitanti delle bollette stanno “mangiando” gli utili, quindi il credito d’imposta non è necessariamente la soluzione corretta. La soluzione è quella di dare liquidità alle imprese.

Il credito d’imposta è una soluzione che va necessariamente affiancata con un’iniezione di liquidità per salvare le imprese e con una rateizzazione delle bollette salite a livelli inimmaginabili”.

Regolamenti regionali

“Le scelte delle Regioni possono essere direzionate dal Governo centrale sino ad un certo punto. Ho scritto una lettera a tutte le Amministrazioni Regionali per chiedere una strutturale prudenza rispetto al tema delle leggi regionali.

Le singole normative che mettono in ginocchio il settore del gioco in attesa di un riordino generale ed uguale a livello nazionale, sono sbagliate. In molte Regioni si è ostaggio di associazioni che dicendo di voler proteggere i giocatori non fanno altro che incentivare il gioco illegale. Se vogliamo proteggere i cittadini da gioco illegale e ludopatie dobbiamo regolare il gioco.

Tutte le normative regionali che vanno in una direzione restrittiva senza dare una regolazione e che pensano di risolvere il problema tagliando e non costruendo non sono corrette. Ovviamente ogni Regione deve valutare la propria posizione.

Mi auguro che con una legge di riordino del settore del gioco che porteremo avanti anche nella prossima legislatura, si riuscirà a regolare anche in tal senso, evitando che ogni Regione possa procedere un po’ come vuole. E’ fondamentale che si possa andare avanti senza discriminazioni su base territoriale. Chi investe nel mondo del gioco deve avere certezze del proprio investimento. Le regole a tutela dei giocatori e dei soggetti affetti da dipendenza da gioco devono essere uguali in tutta Italia.

Oggi consentiamo alle Regioni e ai Comuni un margine di intervento troppo ampio e troppo disomogeneo, perché lo consente la legge Nazionale. Dobbiamo lasciare un potere di intervento a Regioni e Comuni ma dobbiamo disciplinarlo e dare un quadro omogeneo che consenta al settore di andare avanti”.

La riforma del gioco pubblico

“La legge delega è una legge molto neutra che lascia ampi spazi di valutazione e che non richiede alcun aggiornamento. Vogliamo dare certezza a chi lavora in questo settore. Il mio obiettivo è che le famiglie e le imprese che vivono dentro questo settore e con questo settore abbiamo certezze per il loro lavoro.

Finché avrò la delega sul gioco non potrò accettare che ci sia un clima così incerto per chi lavora nel settore. In un Paese civile il gioco viene regolato in modo adeguato. Questo in Italia non è avvenuto sino ad oggi. Il mio impegno è che il gioco abbia una regolazione di tipo europeo“.

Divieto di pubblicità

“Vedere società che non pagano le tasse in Italia e non hanno nulla nel nostro Paese, ma che possono sponsorizzare squadre di calcio e fare pubblicità in Italia mentre, al contrario, tutto ciò è negato alle imprese italiane, è francamente indecente. Credo che le norme sulla pubblicità che ci sono nel Decreto Dignità vadano ripensate, attualizzate. Verifichiamo se le condizioni del mercato sono le stesse di allora e approcciamoci al settore senza pregiudizi ideologici. Io lavorerò anche per questo”.

La tutela dei “generalisti”

“Credo che i generalisti siano la linfa vitale del Paese. Il gioco non è solo nelle grandi gaming hall, è capillare nel territorio e deve essere impostato. È ovvio che la legge delega non può e non vuole penalizzare i generalisti. E’ ovvio altrettanto che i generalisti dovranno offrire una tipologia di gioco non necessariamente identica a quella che offrono gli altri. Il gioco va parametrato. Ma i generalisti vanno tutelati tanto quanto tuteliamo le grandi Gaming Hall”.

La questione banche

“Ho affrontato già il tema con ABI e mi sono ripromesso a margine della Legge Delega di affrontare il tema in modo importante e strutturato. So che deriva da un pregiudizio ideologico, ma non posso accettare che un pregiudizio ideologico crei questo problema. Affronteremo il tema dopo le elezioni”.

Le prossime elezioni politiche

“Non farò promesse mirabolanti al settore perché non le ho mai fatte, non è nel mio stile. Farò esattamente tutto quello che ho fatto finora: impegnarmi per il mondo del gioco perché venga riconosciuto come un comparto industriale a tutti gli effetti e non come la “Cenerentola” dei comparti italiani. Ma credo che sia esattamente ciò che ho fatto col mio lavoro sino ad oggi. Non prometto cose nuove. Continueremo a dialogare sempre con il settore. Come ascoltiamo tutti i comparti industriali non vedo perché non dobbiamo ascoltare il settore del gioco”. ff/AGIMEG