“Sisal nasce nel 1945 quando tre giornalisti sportivi decidono e si inventano Sisal e un anno dopo la schedina del Totocalcio. Da lì ad oggi sono passati 77 anni e rimane la schedina un elemento di gioco che appassiona milioni di consumatori. Era allora un’idea molto innovativa, erano anni difficili post seconda guerra mondiale e una parte degli introiti del Totocalcio vennero utilizzati per ricostruire gli stadi distrutti dalla guerra. Quello fu solo il primo passo. Oggi Sisal rappresenta una realtà omnichannel, di oltre 36mila punti vendita. Si tratta di un network capillare. Oggi oltre il 70% degli italiani hanno la possibilità in meno di 5 minuti di raggiungere a piedi da casa loro un punto vendita Sisal. In questi punti vendita potranno giocare il SuperEnalotto, ricaricare il loro conto online o fare una giocata di qualunque altro tipo in un ottica omnichannel e vicina ai giocatori. Nel 1993 innovando tanto Sisal introduce sul mercato il primo terminale elettronico in grado di mettere in relazione e far connettere online gli oltre 16mila della rete di allora. Il Totocalcio veniva gestito con questo terminale, visionabile nel museo diffuso di Milano. Quattro anni dopo nasce il SuperEnalotto che da un impulso enorme alla crescita della rete di Sisal. Nel 2004 Sisal entra nel mondo delle scommesse sportive con Matchpoint. Nello stesso anno nasce Sisal.it e nei nostri negozi già allora si poteva giocare una schedina o aprire il proprio conto online e giocare anche in modo digitale”. E’ quanto ha detto Massimo Ingrassia, Retail Managing Director Sisal in occasione della quarta edizione del talk di RCS Academy in collaborazione con Corriere della Sera sul tema dell’evoluzione delle imprese del settore Retail e della grande distribuzione.
“Sono circa 10 milioni le persone che ogni anno giocano almeno una schedina al SuperEnalotto. Riusciamo quindi ad arrivare attraverso il nostro retail a circa 10 milioni di persone in Italia. La prima cosa che riusciamo a fare in maniera sinergica, costretti dalla pandemia, è sfruttare le competenze delle persone nei negozi, oltre 600 persone, per metterle al servizio della digitalizzazione dei consumatori italiani. Abbiamo formato a distanza le persone quando le aziende mettevano le persone del retail in cassa integrazione straordinaria, le abbiamo richiamate al lavoro così che anche le persone più lontane dal contenuto digitale potessero avvicinarsi. Abbiamo ampliato un canale già esistente di comunicazione con i consumatori. Le nostre persone nei negozi hanno sempre applicato l’omnicanalità nei confronti dei clienti dando servizio e supporto al giocatore omnichannel”, ha sottolineato. “L’omnicanalità sarà principalmente nel metaverso. E’ un futuro che si sta delineando, ed è molto più vicino di quanto ci immaginiamo”, ha concluso. cdn/AGIMEG