È in corso oggi, mercoledì 21 maggio un seminario, organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), con il supporto di IGT, sul tema del riordino del gioco in denaro in Italia. Un’occasione per fare il punto su un settore che, da anni, attende una riforma organica del proprio assetto normativo. Ad aprire il dibattito è stato Domenico Distante, presidente nazionale di SAPAR, associazione che rappresenta le aziende del comparto degli apparecchi da intrattenimento: “Ogni giorno c’è un problema in un comune, ogni giorno una nuova questione in una regione. C’è sempre una storia diversa, un consiglio comunale che approva ordinanze su orari, distanze, luoghi sensibili… È diventato stancante”.
La frammentazione normativa, secondo il presidente, rende quasi impossibile lavorare con serenità. Non solo per la pressione degli enti locali, ma anche per l’assenza di un confronto equo: “Spesso queste decisioni vengono prese senza nemmeno ascoltare la controparte. Noi lavoriamo per lo Stato, siamo dalla stessa parte. Tutti dovremmo avere come obiettivo comune la legalità, la tutela dei minori, il rispetto delle regole”.
“Non siamo contro i Comuni o le Regioni. Abbiamo sempre cercato di collaborare e di offrire il nostro supporto. Ma come si può lavorare se ogni giorno ci troviamo norme nuove, più restrittive, come quelle sui cimiteri, i bancomat, le farmacie, i centri anziani, gli ospedali?”
Distante a poi sottolineato l’importante lavoro svolto dalle forze dell’ordine nel contrastare l’illegalità: “Ho ringraziato le forze dell’ordine e l’Agenzia delle Dogane per l’attenzione posta verso gli apparecchi irregolari. Gli apparecchi fuori norma danneggiano tutti: le aziende, i dipendenti, la reputazione del comparto”.
In conclusione, Distante ha rinnovato l’appello a un riordino nazionale: “Il settore ha bisogno di regole chiare, precise, uguali in tutta Italia. Così com’è, non è più sostenibile. È umiliante dover andare quasi ogni settimana in un comune o in una regione a difendere il proprio lavoro, quando si lavora nel pubblico, nella legalità.”
“Difendere il gioco fisico significa tutelare le piccole e medie imprese, i lavoratori, il presidio sul territorio. Noi ci siamo sempre stati, siamo il primo baluardo di controllo. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di lavorare, non umiliati ogni giorno”.
“Spero che il riordino si faccia, non solo perché è giusto, ma perché non possiamo più aspettare”. ng/AGIMEG