Gtech, via libera del CdA alla ri-acquisizione della quota controllata da Unicredit: partecipazione in Lotterie Nazionali salirà al 64%

Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di esercitare, nel corso del primo semestre 2014, l’opzione call per riacquistare da Unicredit l’intera quota del 12,5% detenuta da quest’ultima nella società concessionaria del Gratta e Vinci. L’operazione, per un valore complessivo di €72 milioni, sarà finanziata da GTECH con mezzi propri. Verso la fine del 2010 Unicredit aveva effettuato un investimento nel “Gratta e Vinci” in Italia gestito da Lotterie Nazionali Srl. In seguito a questa operazione di buy-back, GTECH aumenterà la quota detenuta direttamente ed indirettamente in Lotterie Nazionali Srl dal 51,5% al 64%. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre convocato l’Assemblea degli azionisti per l’8 e il 9 maggio 2014, rispettivamente in prima e seconda convocazione – per approvare il progetto di bilancio di esercizio 2013; la proposta di dividendo; la politica di remunerazione di Gruppo con due nuovi piani di compensi su base azionaria riservato ai dipendenti del Gruppo e un nuovo piano di acquisto di azioni proprie, nonché per nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale e la società di revisione, dal momento che i rispettivi mandati scadranno in occasione della stessa Assemblea. I summenzionati piani di compensi su base azionaria, riservati ai dipendenti di GTECH S.p.A e/o delle sue controllate, a norma dell’articolo 114-bis del Testo Unico della Finanza, sono composti dal piano di stock option 2014-2020 e dal piano di attribuzione di azioni 2014-2018. Tali piani sono incentrati su obiettivi strategici di medio-lungo termine e collegano la remunerazione dei beneficiari alla creazione di valore per gli azionisti e favorirne la fidelizzazione incentivandone la permanenza in seno al Gruppo. In linea con le raccomandazioni di Borsa italiana, la maturazione dei piani è basata sul raggiungimento di obiettivi triennali di EBITDA consolidato. Tra i beneficiari ci sono l’Amministratore Delegato e altri dirigenti con responsabilità strategiche che dovranno mantenere, per il triennio successivo, un minimo delle azioni ricevute/rivenienti dall’esercizio delle opzioni. Il citato piano di acquisto azioni proprie, se approvato dall’Assemblea degli Azionisti, rinnoverebbe l’autorizzazione al Consiglio, scaduta a novembre 2013, ad acquistare e vendere azioni ordinarie della Società. Tale autorizzazione riguarderebbe l’acquisto, in una o più volte, su base rotativa, di un numero massimo di azioni ordinarie della Società consentito dalla legge, pari al 20% del capitale sociale della stessa. Il piano è finalizzato a dotare la Società di uno strumento di stabilizzazione del titolo e di regolarizzazione dell’andamento delle negoziazioni, ad utilizzare azioni proprie per eventuali operazioni straordinarie, a servizio di piani di compensi su base azionaria, nonché ad offrire agli azionisti un ulteriore strumento di monetizzazione del loro investimento. L’autorizzazione ad effettuare gli acquisti di azioni proprie verrà richiesta per la durata massima consentita dalla legge, ovvero 18 mesi dalla data di rilascio dell’autorizzazione da parte dell’Assemblea, mentre l’autorizzazione a disporre delle azioni acquistate verrà richiesta senza limiti temporali. La proposta all’Assemblea prevede che gli acquistidelle azioni siano effettuati a condizioni di prezzo conformi a quanto stabilito dall’art. 5, par. 1 del regolamento della Commissione Europea (EC) 2273/2003 del 22 dicembre 2003. Gli atti dispositivi, e in particolare la vendita delle azioni proprie, non potranno essere effettuati ad un prezzo inferiore di oltre il 10% rispetto al prezzo di riferimento rilevato nella seduta di borsa precedente ogni singola operazione.  Tale limite non troverà applicazione in alcuni casi previsti nel piano.  Alla data del presente comunicato né la Società né le sue controllate detengono azioni della Società ed il Consiglio di Amministrazione non prevede un immediato utilizzo del piano in considerazione, tra l’altro, dei limiti quantitativi posti dal contratto di finanziamento della Società attualmente in vigore, dell’andamento regolare del titolo e dell’impegno prioritario della Società al contenimento del proprio debito. lp/AGIMEG