Euro, gratta e vinci e marche da bollo. Secondo gli investigatori i criminali del «Napoli group» sono i più temuti d’Europa: hanno in mano il 90 per cento della contraffazione mondiale. Dalle prime ore dell’alba è in corso una vasta operazione da parte dei Carabinieri del Comando Antifalsificazione Monetaria e di quelli dei Comandi Provinciali di Napoli e Caserta, i quali stanno dando esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso dal GIP di Napoli su richiesta della Procura Distrettuale Partenopea nei confronti di 56 soggetti, ai quali vengono contestati – tra gli altri – i reati di associazione per delinquere, falsificazione di monete, spendita ed introduzione nello Stato di monete falsificate, falsificazione di valori di bollo e contraffazione di altri pubblici sigilli.
Napoli «capitale». Secondo gli investigatori, quelli del «Napoli group» sono i più temuti d’Europa: hanno in mano il 90 per cento della contraffazione mondiale di euro falsi, sono professionisti al punto tale da recarsi in mezzo mondo a fare lezioni di falso. Un particolare: sono riusciti a fare e piazzare in Germania anche una banconota da 300 euro. Particolari emersi nella conferenza stampa culminata in oltre cinquanta arresti.
Lezioni all’estero. I componenti della banda di falsari sgominata oggi erano in contatto con esponenti della criminalità organizzata di vari Paesi europei, cui davano lezioni di contraffazione spostandosi da un Paese all’altro. Le banconote venivano spese non solo in Europa, ma anche in Paesi africani come Algeria, Tunisia e Senegal. Eseguiti oggi 29 provvedimenti di custodia in carcere, 10 ai domiciliari, 12 provvedimenti di divieto di dimora e 5 di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nessun legame con camorra. Dalle indagini sul ‘Napoli Group’ dei falsari, ha spiegato il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, non sono emersi elementi che riconducano l’attività a clan camorristici, anche se in un primo momento questa possibilità era stata ipotizzata. La competenza a occuparsi del reato di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e alla spendita di banconote false dovrebbe comunque essere delle Direzioni distrettuali antimafia: è l’opinione dello stesso Colangelo, e del pm della Dna Maria Vittoria De Simone, che ha partecipato alla conferenza stampa sull’operazione che ha portato oggi allo smantellamento del «Napoli Group».
Le indagini. Secondo i magistrati, che hanno sollecitato agli organi legislativi la modifica della norma attuale, ciò consentirebbe di rendere le inchieste sui falsari più efficaci e meglio coordinate. È nato da un’intuizione del comandante della stazione carabinieri di Casagiove (Caserta) l’impulso investigativo che, nel 2012, diede il via all’indagine sul «Napoli Group». Sviluppando quella traccia, in due anni sono state arrestate in flagrante una trentina di persone e sono stati raccolti gli elementi che hanno indotto il gip Dario Gallo a emettere le ordinanze cautelari: 29 arresti in carcere, 10 ai domiciliari, 12 di ieri di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice e dai sostituti Giovanni Conzo (Dda) e Gerardina Cozzolino (Procura di Santa Maria Capua Vetere). lp/AGIMEG