Gioco pubblico, audizione Coletto (Ass. Sanità Umbria): ecco le DOMANDE dei Senatori

“Avete un quadro sinottico della situazione delle singole Regioni? Chi ha legiferato e quali sono stati i comportamenti a valle dell’atto legiferativo? Perchè quello che risulta è che diverse Regioni hanno legiferato ma poi non si è dato seguito alle norme previste. Quali sono i motivi che hanno impedito di passare dalla potenza all’atto? Ci sono state inadempienze da parte del Mef? Come pensate si posso accelerare questo processo per far sì che l’accordo del 2017 non rimanga lettera morta come è adesso? Secondo voi devono essere portati dei correttivi? Come valuta una compartecipazione delle royalty da parte di Regioni e Comuni che devono gestire il disagio sociale?”. E’ quanto ha domandato il Presidente Mauro Maria Marino (IV-PSI).

“Il quadro sinottico esiste. Non le so riferire sul monitoraggio dell’attività normativa all’interno delle Regioni, chiederò una verifica così da fornire alla Commissione tutti i dati sufficienti. Era stata un’attività normativa concordata in Stato-Regioni, manca tuttavia il decreto che attivava tali normative e renderle operative sul territorio. Si tratta di prendere in mano la situazione che è destinata a peggiorare per ciò che riguarda il gioco patologico. C’è infatti una correlazione diretta rispetto all’economica che ha avuto uno stop di un paio d’anni. Chi tenta la fortuna è soprattutto tra le classi più deboli. Sottolineo la questione del gioco d’azzardo online che manca totalmente nell’Accordo, che rispetto all’attualità ha qualche anno e deve essere riallineato e riparametrato. Poi aggiungo il suggerimento personale di verificare se le royalty coprono o meno il costo delle cure dei pazienti dipendenti da gioco. Sappiamo che il Fondo sanitario è in continuo aumento ma dopo la stretta che abbiamo avuto causa Covid è in sofferenza. Lo è anche se consideriamo queste problematiche che abbiamo introitato attivando un gioco d’azzardo pubblico. La proposta poi di usare la tessera sanitaria per un ulteriore controllo dei giocatori deboli. Personalmente reputo che il gioco d’azzardo debba essere monitorato in maniera stretta per evitare disagi. Una compartecipazione a quelle che sono le royalty ci può essere, ma reputo che sia indirizzata e destinata solo al recupero dei costi di monitoraggio e verifiche che fanno i Comuni sul territorio. Per quanto riguarda le Regioni, che siano indirizzate alla cura e al recupero dei giocatori patologici. Sarebbe importante costituire un Fondo destinato a chi ha perso tutto con il gioco patologico nella sorta di corresponsabilizzazione della filiera pubblica che gestisce il gioco nei confronti dei più deboli. Solo per questo non per altre questioni”. E’ quanto ha detto in risposta nella Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico Luca Coletto, Assessore alla Salute e Politiche Sociali della Regione Umbria.

“Nella Relazione depositata si cita una pubblicazione “Limitare l’azzardo. Gioco, scienza e politiche pubbliche” in una frase ‘ridurre i problemi di gioco d’azzardo senza ridurre il ricavo non è un obiettivo realistico’. Da questo derivano alcune questioni. In primis forse dovremmo parlare della necessità di contenere la raccolta piuttosto che l’offerta poichè la diversa organizzazione dell’offerta potrebbe non portare l’obiettivo della riduzione degli impatti mentre se ci misuriamo sulla raccolta abbiamo un dato più preciso. Il volume di gioco inoltre è l’elemento più strettamente correlato alle patologie. Le persone si ammalano perchè rimangono connesse all’attività e alla pratica di gioco d’azzardo a prescindere dalla quantità delle perdite. Molte delle normative sono rimaste inapplicate ed alcune prevedono che la limitazione dell’offerta sia temporale che nella dislocazione valga solo per le nuove installazioni, c’è quindi il rischio che non vada ad incidere nel contenere i comportamenti se la normativa non va a toccare e ridurre quello che è già stato inserito nel territorio. Il secondo punto importante è l’accento posto dalla Conferenza delle Regioni sulla necessità di una banca dati e un monitoraggio costante del volume di gioco e della distribuzione sul territorio. In questo senso rilevo che recentemente ADM ha negato la trasmissione di questi dati sulla base di un emendamento che interpreta in maniera non conforme: una disposizione di legge prevede che i dati raccolti e trasmesse dalle macchine non possano essere di pubblico dominio e riservate ad alcune Istituzioni, tuttavia i dati sulla raccolta di un Comune sono necessari al Comune per adeguare la regolamentazione alla realtà specifica. Avete evidenziato come sia importante l’accessibilità e la distribuzione. I dati sono quindi importanti sul piano epidemiologico. Volevo sapere la sua opinione in merito. Nel documento depositato trovo chiaro lo schema attraverso il quale si dovrebbe avere la riduzione di offerta e raccolta: anticipo riduzione AWP, sostituzione per rottamazione di quelle rimanenti sostituendolo in AWPr, dimezzamento in tre anni dei punti di vendita del gioco pubblico”, ha detto il Vicepresidente Endrizzi Giovanni.

“Credo che siano da monitorare e contenere sia la raccolta che l’offerta. Quando aumenta l’offerta aumenta anche la raccolta. Credo che l’efficacia vada abbinata ai dati raccolti dai device dal punto di vista epidemiologico. I dati raccolti possono e devono essere nelle disponibilità di Regioni e Comuni nel rispetto della privacy. Possiamo verificare l’efficacia delle norme dal punto di vista epidemiologico. La raccolta dati dal punto di vista epidemiologico è fondamentale per gestire determinate patologie che sono importanti e che possono essere inquadrate caso per caso in funzione di quelli che sono i numeri. L’efficacia della norma si vede proprio andando a verificare i dati raccolti nell’ambito comunale e regionale, ma anche dal punto di vista della raccolta dei dati nei confronti del soggetto patologico. Reputo che si debba fare un monitoraggio incrociato e suggerisco anche che la norma nazionale possa e debba essere retroattiva così da unificare le limitazioni delle apparecchiature distribuite sul territorio. Ovviamente attraverso un’Intesa Stato-Regioni così da coordinare le necessità delle Regioni e la copertura dello Stato con la norma nazionale che possa dare man forte nella gestione corretta del gioco sul territorio”, ha risposto Coletto. cdn/AGIMEG