Oltre a semplificare il lavoro degli operatori, una identità digitale migliorerebbe anche l’esperienza del cliente. In un’era sempre crescente di servizi online, i giocatori sarebbero in grado di verificare facilmente la propria identità, con il semplice clic di un pulsante. Ancora più importante, tuttavia, l’e-ID potrebbe avere un impatto positivo sulla protezione del giocatore. E’ quanto afferma l’EGBA (European Gaming and Betting Association) commentando un articolo sulla proposta legislativa recentemente pubblicata dalla Commissione Europea per la creazione di un’identità digitale europea (e-ID) e su come l’e-ID influirà sui servizi di gioco online, apparso sulla rivista International Masters of Gaming Law Magazine.
Attualmente non esiste un regime europeo comune per la protezione e l’autoesclusione degli attori vulnerabili. Oggi, diciassette Stati membri hanno sviluppato un registro nazionale di autoesclusione, ma questi registri non sono interoperabili. Pertanto, un giocatore che si è autoescluso in uno Stato membro può ancora accedere a siti web di gioco d’azzardo con licenza in un altro Stato membro.
Ciò potrebbe cambiare a causa della natura interoperabile di un futuro e-ID dell’UE, tuttavia, solo a condizione che i giocatori autoesclusi siano a conoscenza dell’e-ID e prendano la decisione di utilizzarlo. Pertanto, la protezione dei giocatori potrebbe essere migliorata solo se i giocatori scelgono di condividere i propri dati specifici (ad esempio, sull’autoesclusione) nel loro e-ID.
È difficile prevedere come risponderanno i cittadini dell’UE all’uso di un ID elettronico, almeno a livello pratico. La Commissione UE ha fissato l’obiettivo che entro il 2030 l’80% dei cittadini dell’UE utilizzerà questi portafogli e-ID. La pandemia di COVID-19 è stata un momento decisivo per la fornitura digitale, evidenziando la necessità di un accesso sicuro e affidabile ai servizi online, sia pubblici che privati. Ma probabilmente anche fattori come l’accessibilità, la fiducia e l’alfabetizzazione digitale determineranno il potenziale successo dell’iniziativa e-ID. cr/AGIMEG