Gioco online, concessioni “comunitarie”: chiesto al Tar conferma sospensiva. Dalla perdita dell’avviamento al divieto di pubblicità, discriminazione: i dettagli della richiesta

Gli operatori del gioco online tornano al Tar Lazio per chiedere di sospendere i provvedimenti con cui l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha confermato la scadenza delle concessioni. Al momento questi operatori possono continuare a operare grazie a un decreto d’urgenza emesso dal Presidente della Seconda Sezione del Tar Lazio, e nell’udienza che si è appena conclusa – si è tenuta in modalità telematica – chiedono all’intero Collegio di confermare la sospensiva, in attesa di poter decidere il merito della vicenda.
Al centro della vicenda le cosiddette concessioni comunitarie, o meglio le prime che vennero emesse con il bando dal 2011: per problemi tecnici infatti quelle licenze sono state attivate a scaglioni, di conseguenza le prime sono giunte a scadenza già a ottobre, poi nei prossimi mesi ne giungeranno a termine delle altre, complessivamente sono a rischio una trentina di operatori. Il Governo aveva previsto una gara per rinnovarle, ma il bando è slittato a metà 2021 a causa dell’emergenza legata al Covid-19.
Gli operatori speravano in una proroga per risolvere l’impasse, diversi esponenti politici – anche della maggioranza – hanno provato a risolvere la situazione con degli emendamenti che tuttavia non sono mai stati inseriti nei ddl a cui erano collegati. A quel punto non è rimasta altra alternativa che il ricorrere ai giudici.
Secondo quanto apprende Agimeg, gli operatori hanno fatto leva sul fatto che da più parti si è espressa la volontà di prorogare le concessioni comunitarie in attesa della gara. La stessa ADM nel corso di un’audizione che si è svolta in Senato a ottobre aveva caldeggiato questa soluzione. Inoltre, hanno spiegato che se venissero disattivati, anche per qualche mese, non avrebbero più interesse a rientrare una volta indetta la gara: vista la volatilità del mercato dell’online, perderebbero infatti tutto l’avviamento che hanno costituito nell’arco nove anni e, anche a causa del divieto di pubblicità, non sarebbero nelle condizioni di riconquistarlo. Arrivare al distacco di questi operatori, poi, non è nemmeno nell’interesse dell’Erario: i giocatori una volta perso l’operatore di riferimento potrebbero migrare verso altri concessionari (nel qual caso lo Stato perderebbe solo dei partecipanti alla nuova gara), oppure potrebbero direttamente rivolgersi al mercato illegale (e in questo caso lo Stato dovrebbe rinunciare anche al gettito sulle loro giocate). Inoltre – se il distacco venisse confermato e successivamente la proroga venisse inserita in un ddl, come ad esempio la legge di Stabilità – si determinerebbe una disparità tra i vari concessionari comunitari, nonostante abbiano titoli in tutto e per tutto equivalenti. I primi allacciati avrebbero perso il titolo e non avrebbero più interesse a rientrare nel mercato; quelli che invece – per mere questioni tecniche – sono stati attivati nei mesi successivi, non verrebbero mai distaccati, e resterebbero senza problemi nel mercato.
L’ADM da parte sua ha difeso fermamente la propria posizione. Ha dapprima chiesto al Tar di dichiarare il ricorso inammissibile: gli atti che ha emesso – e che le società hanno impugnato – non sono infatti dei provvedimenti amministrativi, ma delle semplici note, delle comunicazioni con cui si è limitata a confermare il termine di scadenza della concessione. Pertanto non potrebbero essere impugnate di fronte al Tar. Inoltre, ha ribadito che è stato il Legislatore sia a decidere di rinviare la gara, sia a scegliere di non accordare nessuna proroga. Inoltre ha ricordato che negli anni passati sono state indette diverse gare, l’ultima nel 2018, che avrebbero consentito agli operatori comunitari di rinnovare la concessione.
Si attende adesso l’ordinanza del Tar che arriverà presumibilmente nelle prossime 24/48 ore. lp/AGIMEG