Giochi: “TG2 Insieme” dedica un approfondimento al tema delle dipendenze

Un approfondimento dedicato alla dipendenza di gioco, con testimonianze di ex-giocatori e dei fondatori di associazioni che cercano di divulgare la “cultura del no-slot”. E’ ciò di cui si è parlato oggi nel corso dell’approfondimento, “Condannati a perdere: i malati del gioco”, un focus di Tg2 Insieme andato in onda questa mattina, condotto da Marzia Roncacci. In studio c’erano Federico Tognoni, psichiatra del Gemelli di Roma, Sandra Cecchi, giornalista del tg2, autrice di un’inchiesta per Dossier e in collegamento da Milano Pietro Pace del Collettivo Senza Slot e un gestore di un bar di Pavia che ha scelto di rimuovere le macchine dal proprio locale. In collegamento anche un rappresentante dell’associazione giocatori anonimi, che con difficoltà è riuscito a interrompere il circolo vizioso della dipendenza. Dopo aver trasmesso alcuni passaggi del dossier a cura della giornalista del Tg2 Sandra Cecchi (“Condannati a Perdere”, andato in onda a gennaio 2013), si è aperto un dibattito in studio. La stessa Cecchi ha parlato di come quella della ludopatia sia una vera e propria “emergenza sociale e dove molte persone hanno il coraggio di rivolgersi ad associazioni anonime per cercare di curarsi, molte altre non sono dotate di questa forza. Si parla – ha detto la Cecchi – di almeno 800.000 malati conclamati, di 300mila gravi e di circa 2 milioni di persone a rischio. Senza contare – ha aggiunto – il dramma vissuto da famiglie e amici dei ludopatici”. Ha preso poi la parola lo psichiatra Tognoni, che ha spiegato da un punto di vista fisico cosa accade quando si gioca: “i giocatori lo fanno per il piacere di giocare e non di una vincita. tanto che non hanno mai realizato qualcosa di concreto e utile con le vincite realizzate. Quando si gioca aumenta la dopamina, che è la sostanza che ci fa star bene, ci procura piaceri incontrollati”, ha aggiunto. La parola è poi passata, in collegamento, a un testimone ex-giocatore che è riuscito a smettere di giocare, parlando di “controllo della propria malattia emozionale”, e al gestore di un bar di Pavia che 6 anni fa a scelto di togliere le slot dal proprio locale, “rinunciano a buoni introiti settimanali”. In conclusione si è accennato anche al problema delle slot scollegate dalla Rete dei Monopoli, che costituiscono un ulteriore e incontrollato pericolo per chi è a rischio dipendenza. lp/AGIMEG