Giochi, Seccia (Consigliere Roma Capitale) ad Agimeg: “Dilatare il margine del distanziometro sino a 500 metri rispetto all’area interna all’anello ferroviario che ne prevede 350”

Il Governo salva i distanziometri nell’ultima proposta di accordo presentata a inizio mese in Conferenza Unificata, sono cadute le ipotesi di tetti massimi alle distanze (si era parlato di 150 metri) e di liste leggere di luoghi sensibili, Regioni e Comuni saranno quasi liberi in questo senso, l’unico limite sarà infatti quello di garantire una certa presenza di sale e di apparecchi. I dettagli devono ancora essere definiti, non è possibile dire al momento se e come i Territori dovranno modificare i regolamenti adottati in questi anni per limitare la diffusione del gioco, un’idea però la si può ricavare valutando gli effetti che produrranno queste discipline. Agimeg ha preso come paradigma il regolamento di Roma, uno dei più recenti, e forse tra le normative che rischia di avere gli effetti più dirompenti, vista la quantità di luoghi sensibili presenti nella Capitale. E ne ha discusso con Sara Seccia, consigliera del Movimento 5 Stelle tra le più attive sulla questione del gioco. Secondo una proiezione dei Monopoli di Stato – che non prende Roma come esempio specifico, ma si basa su una media nazionale – un distanziometro di 300 metri (con le sole scuole come luoghi sensibili) basta a mettere fuori legge il 62,6% dei punti vendita. Roma Capitale ne ha previsto uno maggiore (350 metri nell’Anello Ferroviario), e soprattutto ha adottato una lista più estesa di luoghi sensibili. Il che lascia pensare che di fatto sarà possibile aprire una sala solo in una porzione infinitesimale del Comune. Seccia tuttavia preferisce non chiarire se l’Amministrazione Capitolina abbia effettuato dei rilievi specifici per capire quali effetti produrrà il distanziometro a Roma, e si limita a ricordare che “in principio era stato previsto un distanziometro di 500 metri per tutto il territorio della Capitale, ma questa Amministrazione ha reputato di dover ridurre a 350 metri il distanziometro all’interno dell’anello ferroviario data la quantità di luoghi sensibili. Peraltro questi ultimi non sono stati scelti in modo arbitrario da Roma Capitale, ma ripresi legittimamente da quelli già indicati nella Legge del 2013 della Regione Lazio, pertanto la lista ‘più estesa’ di luoghi sensibili deriva da una legge gerarchicamente superiore”. Chiaramente il Regolamento per ora riguarda le nuove istallazioni, e non le attività già esistenti, ma “dal momento in cui entrerà in vigore il distanziometro anche per le attività già autorizzate, queste dovranno conformarsi alle disposizioni contenute nel Regolamento”. Roma Capitale non ha ancora stabilito quanto tempo concedere a queste attività, ha rinviato infatti la questione a un provvedimento apposito, che verrà emesso entro ottobre: “Si tratterà solo di studiare il giusto limite temporale dal quale far decorrere gli effetti delle disposizioni (del Regolamento ndr) onde non danneggiare investimenti già operati”. C’è infine la questione delle periferie, i distanziometri infatti rischiano di relegare le sale gioco lungo i confini delle città, andando ad aumentare il degrado di zone già fortemente disagiate: “La soluzione pensata è proprio quella di dilatare il margine del distanziometro sino a 500 metri (rispetto all’area interna all’anello ferroviario che ne prevede 350) proprio per tentare di sopperire al numero di sale slot e scommesse già presenti su quei territori”. gr/AGIMEG