“Ambiti che sono divenuti mezzi di finanziamento molto redditizi per la malavita sono il settore del “cyber crime” con particolare riferimento al gioco d’azzardo e delle scommesse, la produzione e la commercializzazione dei beni contraffatti, opere d’arte e altri beni culturali, e di carburanti e prodotti energetici. Riguardo il cd. gaming e betting, imprenditori del settore del gioco e scommesse, riconducibili alle organizzazioni criminali, hanno costituito società “cartiere”, con sede legale nei paradisi fiscali, che consentono di sviluppare un mercato parallelo a quello legale, con cospicue opportunità di guadagno e di riciclaggio di significative somme di denaro”.
E’ quanto si legge nella Relazione sull’attivita’ svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (Secondo semestre 2022) presentata dal Ministro dell’interno Piantedosi e stampata alla Camera.
Il testo, già pubblicato al Senato, elenca anche tutte le inchieste su giochi e scommesse illegali svolte dagli agenti della DIA:
Provincia di Reggio Calabria
Sul fronte della prevenzione, il 9 settembre 2022 la Guardia di finanza ha eseguito a Roma un decreto di confisca per equivalente di beni, per uno stimato valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria a carico di un imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse on-line. Quest’ultimo era già stato indagato nell’inchiesta “Galassia”, condotta dalla Guardia di finanza con il contributo della DIA, in quanto ideatore di un sistema finalizzato all’illecita raccolta di denaro nelle scommesse on-line tramite importanti bookmakers aventi sede in Austria e a Malta.
Provincia di Vibo Valentia
Il territorio della provincia di Vibo Valentia è storicamente caratterizzato dalle problematiche criminali vissute della famiglia Mancuso, la cosca più attiva nei Comuni di Nicotera e di Limbadi, benché abbia ormai esteso la sua influenza, oltre che nel capoluogo, anche in altri Comuni della provincia tramite taluni gruppi a questa collegati. I Mancuso continuerebbero ad affermare il proprio potere criminale mediante la gestione del traffico di stupefacenti, del gioco d’azzardo e delle attività estorsive.
Provincia di Cosenza
Nell’area di Rossano opera la cosca Acri-Morfo, le cui attività criminali prevalenti sono le estorsioni, il traffico e lo spaccio di stupefacenti, la gestione e il controllo di appalti pubblici ed il riciclaggio con reinvestimenti nella torrefazione e prodotti derivati, nei servizi di vigilanza, nella distribuzione di prodotti da forno e di altri generi alimentari, nel noleggio di videogiochi anche di genere illecito.
Criminalità organizzata siciliana
Anche nel secondo semestre 2022 la criminalità organizzata siciliana risulterebbe esercitare una “capacità attrattiva” sulle giovani generazioni, coinvolgendo non solo la diretta discendenza delle famiglie mafiose ma, anche e soprattutto, un bacino di utenza più ampio al fine di ampliare la necessaria manovalanza criminale. L’ormai consolidata strategia di “sommersione” dettata dalle organizzazioni siciliane prevede il minimale ricorso alla violenza al fine di evitare allarme sociale e garantire, nel contempo, un “sereno” arricchimento economico tramite l’acquisizione di maggiori e nuove posizioni di potere. Nel periodo di riferimento vengono confermati quali principali interessi criminali delle mafie siciliane, il traffico di stupefacenti, le estorsioni, l’infiltrazione nei comparti della pubblica amministrazione, nell’economia legale, nel gioco e nelle scommesse online, settore quest’ultimo che garantisce una singolare modalità di controllo del territorio, strumentale anche per il riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati.
Provincia di Trapani
Nel semestre, le più importanti indagini concluse hanno compromesso gli equilibri criminali delle famiglie mafiose colpite e confermato il ruolo apicale rivestito dal M. D.. In tal senso, l’operazione “Hesperia”, conclusa dall’Arma il 6 settembre 2022 a carico di 34 soggetti, che ha permesso di individuare l’elemento di vertice della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara al quale è stata riconosciuta una “..autorità sovra-mandamentale” anche in ragione “..del suo qualificato, risalente e tuttora attuale legame con il noto M. M. D.” che “…ha quasi immediatamente assunto e concretamente svolto le funzioni direttive nella provincia di Trapani, assicurandone l’operatività nel fedele ossequio alle regole ordinamentali di cosa nostra”. L’inchiesta, infine, ha acclarato forme di collaborazione tra appartenenti alla famiglia di Campobello Di Mazara (mandamento di Castelvetrano) e quelli della famiglia di Partinico, nonché documentato gli interessi della criminalità organizzata nei settori delle scommesse e delle aste giudiziarie.
Sul piano delle indagini preventive, si segnala che il 9 settembre 2022 è stata emessa la sentenza definitiva di confisca di beni per un valore di circa 6 milioni di euro eseguita dai Carabinieri di Trapani a carico di un presunto affiliato a cosa nostra trapanese attivo nel settore dei giochi e delle scommesse online.
Provincia di Agrigento
Il 15 ottobre 2022 la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare a carico di 3 soggetti ritenuti responsabili di tentata estorsione in danno di tre imprese, operanti nei settori delle costruzioni e dei rifiuti. Talune inchieste hanno poi consentito di riscontrare nel medesimo territorio l’operatività di altre organizzazioni criminali attive sia nel traffico di sostanze stupefacenti, nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nel settore dei giochi e delle scommesse, sia nelle interferenze illecite nel settore assistenziale e nei tentativi di penetrazione nella pubblica amministrazione per l’ottenimento di commesse ed autorizzazioni tramite taluni imprenditori.
Il 21 settembre 2022, sempre la DIA ha eseguito un “Decreto di sequestro preventivo emesso dal Pubblico Ministero in caso di urgenza” di beni, per un valore complessivo di circa 750 mila euro, a carico di una imprenditrice agrigentina. Il 7 ottobre successivo la citata Direzione ha proceduto alla confisca, nei confronti di un imprenditore del settore “giochi e scommesse”, di beni per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Essa, eseguita nell’agrigentino e in territorio austriaco, ha riguardato 2 veicoli di notevole pregio, 12 rapporti finanziari e 2 quote societarie nella disponibilità dell’imprenditore. Il provvedimento, che ha consolidato i sequestri operati nell’ottobre del 2020 e nel gennaio del 2021, ha contestualmente disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di 2 anni.
Provincia di Siracusa
Nel territorio siracusano operano altri sodalizi che, sebbene non strutturati come cosa nostra, rivestono ruoli ugualmente rilevanti nel panorama criminale, con interessi che spaziano dal tradizionale traffico e spaccio di stupefacenti, dell’usura e delle estorsioni, anche al gioco d’azzardo. Al riguardo, una recente indagine ha consentito di disarticolare un’associazione transnazionale attiva ad Augusta (SR), con propaggini a Catania e Malta, dedita all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse on line tramite siti internet non registrati in Italia.
Provincia di Messina
Nel rione “Mangialupi” risulterebbe attivo l’omonimo clan rappresentato dalle ormai storiche famiglie e dedito al traffico di stupefacenti, alle scommesse clandestine e al gioco d’azzardo.
L’operatività del gruppo criminale (dei Barcellonesi ndr) è confermata dagli esiti di un’indagine conclusa, il 16 dicembre 2022 dalla Polizia di Stato di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), con l’arresto di 4 persone responsabili di concorso in estorsione e usura al fine di avvantaggiare una frangia dei Barcellonesi. L’inchiesta ha disvelato come i predetti, tra il 2018 ed il 2021, avessero costretto professionisti e imprenditori locali a corrispondere ingenti somme di denaro asseritamente necessarie per il sostentamento dei detenuti. È stato appurato, inoltre, come le pretese estorsive avessero a oggetto anche debiti, contratti con gli esponenti del clan nell’ambito di scommesse online effettuate su piattaforme illegali, ai quali venivano applicati elevati interessi usurari. Gli indagati avrebbero assunto, tra l’altro, il controllo del mercato ortofrutticolo barcellonese, con l’imposizione ai commercianti sia dei prezzi, sia delle merci da acquistare. Contestualmente, è stato disposto il sequestro preventivo di beni immobili, prodotti finanziari e denaro contante per un valore complessivo di circa 500 mila euro.
Nel capoluogo peloritano opererebbe una “cellula” di cosa nostra catanese, riconducibile ai Romeo-Santapaola, sovraordinata ai gruppi autoctoni, la cui operatività sembrerebbe caratterizzata dalla divisione dei quartieri con una sola eccezione registrata nel rione “Giostra”. Tale contesto territoriale a nord della città, connotato da una presenza criminale in continua evoluzione, sarebbe storicamente appannaggio del clan Galli-Tibia solitamente dedito all’organizzazione di corse clandestine di cavalli, al narcotraffico in collaborazione con consorterie catanesi e calabresi, alle scommesse illegali, nonché alla gestione di attività commerciali.
Provincia di Palermo
Cosa nostra palermitana è tradizionalmente suddivisa ancora in mandamenti e famiglie la cui consistenza numerica rimarrebbe invariata sia nel capoluogo, sia nella provincia. Al riguardo si richiama quanto contenuto nel provvedimento cautelare dell’inchiesta “Intero mandamento II” il GIP del Tribunale di Palermo in cui risulta rinominato il mandamento della Noce in Noce-Cruillas in considerazione del ruolo apicale rivestito da alcuni soggetti della famiglia di Cruillas, già parte integrante del mandamento stesso. Le attività investigative del semestre fotografano un’organizzazione particolarmente attiva nei settori del traffico di sostanze stupefacenti e delle estorsioni. Riguardo a quest’ultimo illecito, il gruppo tende a prediligere, rispetto al passato, forme più o meno occulte di imposizione di manodopera e forniture, maggiormente sostenibili rispetto all’estorsione di denaro contante, come recentemente affermato anche dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Palermo nel suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2023, “cosa nostra controlla il territorio capillarmente e ne è dimostrazione il pagamento del pizzo, ancora troppo esteso, […] prassi sconfortante che ha una precisa definizione, dobbiamo dirlo con assoluta chiarezza: si chiama connivenza”. Analogamente, si registrano in modo diffuso e sistematico forme estorsive e di controllo del territorio di varia natura: dal contributo “forzato” per l’organizzazione delle feste rionali alle cc.dd. “riffe”, un tipo di lotteria privata con premi non in denaro.
Il 15 dicembre 2022, i Carabinieri hanno eseguito una nuova ordinanza cautelare, cd. operazione “Centro”, a carico di 9 soggetti indiziati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata e traffico di sostanze stupefacenti, ritenuti componenti della famiglia mafiosa di Palermo Centro ricompresa nel mandamento di Porta Nuova. L’indagine, oltre ad individuare le modalità di gestione delle piazze di spaccio imposte ai “capi-piazza” e ai pusher autorizzati nei quartieri Ballarò, Vucciria e Capo, ha inoltre documentato la commissione di estorsioni in danno di esercizi commerciali nel territorio di competenza della famiglia di Palermo Centro, esercitate mediante le autorizzazioni all’”…apertura e cessione degli esercizi commerciali ricadenti nella sua giurisdizione criminale e di intervenire a favore di debitori…”, alla gestione dei “…mercati rionali, decidendo i soggetti autorizzati ad installare un ombrellone e vendere la merce…”, nonché alla raccolta di denaro mediante le cc.dd. “riffe” “…dietro le quali si nascondeva una forma di estorsione per l’imposizione dell’acquisto di biglietti di una lotteria “abusiva” gestita dai referenti della famiglia”.
Provincia di Catania
La famiglia M. cd. “Carcagnusi”, radicata nel centro del capoluogo etneo, dispone di articolazioni attive a Bronte, Maletto, Maniace e a Scicli (RG) tramite il gruppo dei Mormina. L’organizzazione appare allo stato depotenziata a causa delle molteplici operazioni di polizia e delle condanne infitte nel corso degli ultimi anni. Alla stregua degli altri consessi criminali, tale consorteria, oltre ad essere attivamente inserita nel settore degli stupefacenti, delle estorsioni, delle scommesse illegali e dei rifiuti, sembrerebbe aver allargato i propri interessi anche a nuovi business quali il traffico di prodotti petroliferi.
Agro nocerino-sarnese
Nel Comune di Nocera Inferiore (SA) sarebbe confermata l’operatività del clan Mariniello e di altri gruppi di recente formazione, caratterizzati da equilibri interni e da modalità operative in controtendenza rispetto al passato che prevedono strategie più defilate e più orientate alla gestione di attività commerciali (bar e sale da gioco in particolare) tramite le quali riciclare i proventi illeciti, riservando la gestione delle tradizionali attività illegali alle nuove leve.
Provincia di Benevento
Nella Valle Caudina, ubicata tra le province di Benevento ed Avellino, permarrebbe la presenza del clan Pagnozzi le cui apicali figure storiche risultano decedute o detenute e che, pertanto, sarebbe attualmente governato da figure meno carismatiche. Segnatamente nella provincia di Benevento, il sodalizio eserciterebbe la propria influenza nei Comuni di Montesarchio, S. Agata dei Goti, Airola ed aree limitrofe, rivolgendo i suoi interessi illeciti al racket delle estorsioni in danno di imprese edili e di attività commerciali, agli stupefacenti e al riciclaggio dei relativi proventi. Pregresse indagini avrebbero documentato la presenza del clan anche fuori regione e, soprattutto a Roma, ove avrebbe stretto alleanze con soggetti organici ad organizzazioni criminali ivi radicate. Gli interessi illeciti del clan riguarderebbero anche i giochi e le scommesse e, in particolare, la distribuzione delle slot machines nei bar, nelle sale giochi e nelle ricevitorie. Nel senso, si segnala l’adozione da parte del Prefetto di Benevento, nel settembre 2022, di 7 provvedimenti interdittivi a carico di altrettante società di settore facenti capo ad un soggetto considerato elemento di spicco del clan Pagnozzi, già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale e condannato in via definitiva per associazione mafiosa. Questi risultava, peraltro, già coinvolto in precedenti inchieste giudiziarie nell’ambito delle quali figurava come socio di maggioranza di una società che distribuiva apparecchi destinati alle sale giochi e indicato dal clan Pagnozzi quale suo riferimento su Roma.
Criminalità organizzata pugliese
La camorra barese, anch’essa con spiccato senso degli affari, ha privilegiato i settori più remunerativi come il traffico di stupefacenti, il contrabbando di TLE e, con un trend in progressiva ascesa, la gestione del gioco e delle scommesse online. Parallelamente, anche le tradizionali attività estorsive ed usurarie consentono, ricorrendo alla fama criminale, di ottenere un notevole ritorno in termini sia di redditività, sia di conservazione del controllo del territorio.
Provincia di Bari
Gli esiti delle inchieste concluse nel semestre confermerebbero anche le capacità del clan Parisi-Palermiti di infiltrare il tessuto economico e sociale del capoluogo pugliese, di saper intessere relazioni con professionisti, imprenditori ed amministratori locali capaci di agevolare il perseguimento degli interessi criminali del clan. L’operazione “Valenza”, condotta congiuntamente dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei carabinieri e dalla Guardia di finanza ha documentato, in continuità con il semestre precedente, l’intreccio di interessi tra la c.d. “zona grigia” e la criminalità organizzata. Il procedimento penale è scaturito da due convergenti filoni d’indagine che hanno “consentito di disvelare l’uno l’affermazione di un sodalizio di stampo mafioso insediatosi sul territorio del Comune di Valenzano, l’altro le concrete ricadute ed implicazioni di tale evento sul piano della vita politica-amministrativa della predetta comunità locale, a partire da una delle sue prime e più importanti manifestazioni, vale a dire lo svolgimento delle competenze territoriali”. Il primo filone ha riguardato le attività criminose di un gruppo armato affiliato ai Parisi Palermiti sul conto del quale è emersa, per la prima volta giudizialmente, la connotazione mafiosa, essendo stata accertata “l’esistenza di un organismo ontologicamente distinto rispetto ai pur numerosi reati-fine allo stesso riconducibili, e genericamente ordinato, composto da un discreto numero di consapevoli adepti, con suddivisione di ruoli, e impegnato in un vorticoso giro di affari in svariati campi, dal narcotraffico alle estorsioni sulle slot-machine e finanche all’usura, facente leva sull’autorità e sul carisma di un boss…” forte del bagaglio criminale trasmessogli in eredità da un componente del clan ex Stramaglia.
Città di Bari
Dedito principalmente al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d’azzardo, il clan Capriati, federato con i Diomede-Ex Mercante, risulterebbe tuttora attivo nel Borgo Antico di Bari e, mediante talune articolazioni, anche nei quartieri San Girolamo-Fesca e San Cataldo, nonché in una vasta porzione della provincia di Bari ed in alcuni centri della BAT.
Le attività delittuose del clan Parisi-Palermiti spaziano dalle estorsioni e l’usura al traffico di droga e al riciclaggio. Come già documentato dall’operazione “Levante”, conclusa dalla DIA il 15 febbraio 2022, il sodalizio mafioso possiede una spiccata attitudine ad inserirsi nei legali circuiti economici con finalità di riciclaggio dei proventi illecitamente accumulati. Ulteriore conferma nel senso, si rinviene nell’esecuzione di un decreto di sequestro di beni, operato il 9 settembre 2022 a carico di un pregiudicato di Bari ritenuto vicino al clan Parisi, con cui è stata accertata un’evasione di 1,6 M€ da parte del prevenuto che, nel settore dei giochi e delle scommesse, agiva quale “master per la regione Puglia” alle dipendenze di una società maltese la quale, a sua volta, si sarebbe avvalsa anche di una rete parallela di promotori di gioco.
Provincia di Foggia
La consorteria mafiosa dei Sinesi-Francavilla, strutturata su legami familiari e vincoli di parentela, risulta dedita nel capoluogo prevalentemente alle estorsioni, al traffico di stupefacenti, all’usura, al riciclaggio, nonché alla gestione della prostituzione e del gioco illegale.
L’operatività del clan Barbetti è rilevabile nel decreto relativo al sequestro preventivo di beni, eseguito il 25 agosto 2022 dalla DIA, per un valore complessivo di circa 170 mila euro. Se le figure storiche legate ai Barbetti e ai Ricci hanno in passato dato dimostrazione di una migliore interazione nel settore degli stupefacenti, il gruppo facente capo alla famiglia Cenicola sembrerebbe più orientato al controllo del territorio attuato mediante la gestione delle attività illecite, come evidenziato nel provvedimento cautelare eseguito, il 28 ottobre 2022 dall’Arma dei carabinieri, a carico di appartenenti alla famiglia Cenicola ritenuti responsabili di tentata estorsione e lesioni in danno di un locale imprenditore attivo nella gestione delle slot machine.
Lazio
Emblematiche le affermazioni del Presidente della Corte di Appello di Roma, contenute nella sopra richiamata Relazione sull’amministrazione della giustizia dell’anno 2022, il quale evidenzia che “gli stanziamenti miliardari previsti, fra il 2021 e il 2026, per la realizzazione degli obiettivi del PNRR e le ingenti risorse che affluiranno a Roma in vista del Giubileo rendono concreto il pericolo di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata: una macchina burocratica lenta e farraginosa è il principale terreno di coltura di tali pericoli, un virtuoso equilibrio fra celerità, trasparenza nell’affidamento delle risorse ed effettività dei controlli, specie preventivi ne è il principale antidoto. Su questo terreno difficile, la magistratura continuerà a fare la propria parte, contribuendo, per quanto di propria competenza, anche ad un migliore coordinamento fra il controllo giudiziario e quello amministrativo, affidato alle Prefetture, in modo da favorire l’efficacia generale del sistema e la possibilità per le imprese insidiate dalla mafia, ma alla stessa non integralmente asservite, di rientrare in condizioni di legalità”. Secondo l’Alto magistrato i dati e le statistiche comparate, relativi al distretto della Capitale, unitamente al costante, elevato numero di procedimenti che provengono dalla DDA in materia di criminalità organizzata – anche correlati alla contestazione di fattispecie associative di tipo mafioso o di condotte che integrano gli aspetti tipici di quel metodo criminale ex art. 416-bis, comma 1 c.p.-“confermano che, nel territorio metropolitano di Roma e nell’area limitrofa, sono radicate numerose organizzazioni criminali mafiose di matrice autoctona, cui si affianca una galassia criminale fatta di singoli o gruppi, articolazioni delle organizzazioni mafiose tradizionali. Ciò che accumuna tali gruppi criminali, oltre al metodo mafioso, sono gli ambiti di interesse e di attività: continui sono gli investimenti di capitali nei settori del riciclaggio, del reimpiego delle risorse illecitamente acquistate, dei carburanti, delle società finanziarie e immobiliari, della ristorazione, delle sale da gioco, dell’abbigliamento, delle concessionarie di auto, del traffico illecito di rifiuti, dell’usura e del narcotraffico”. Gli oltre tremila beni sottoposti a confisca, nel solo anno 2021, dimostrano un diretto collegamento tra i predetti fenomeni criminali e il costante aumento dell’attività condotta dalla sezione del Tribunale preposta alle misure di prevenzione.
Nella provincia di Frosinone, dove la vicinanza con la camorra risulta determinante sugli assetti criminali locali, le consorterie continuano ad esercitare la propria influenza in numerosi settori dell’economia legale. In particolare, si rilevano interessi dei Casalesi, dei Mallardo, degli Esposito di Sessa Aurunca (CE), dei Belforte di Marcianise (CE), ma anche di altri clan napoletani fra i quali i noti Licciardi, Giuliano, Mazzarella, Di Lauro e Gionta di Torre Annunziata, Polverino e Amato-Pagano. Le attività criminali più diffuse nella provincia sono il narcotraffico, l’usura, le estorsioni, il riciclaggio, la gestione e il traffico illecito di rifiuti a cui si aggiunge uno spiccato interesse per il settore dei giochi e delle scommesse anche legali.
Abruzzo
Oltre alla presenza delle mafie storiche, nel territorio abruzzese sono presenti sodalizi stranieri, segnatamente albanesi, che non disdegnano il ricorso all’uso delle armi per imporsi sul territorio soprattutto per quanto concerne il traffico di stupefacenti su cui permane un marcato interesse anche da parte di gruppi criminali di etnia rom. Queste ultime da decenni si sono insediate soprattutto nel pescarese e nel teramano, nonché nella Valle Peligna, nella Val di Sangro e nella Marsica, con interessi nel settore illecito degli stupefacenti, dell’usura, del gioco d’azzardo, delle truffe, delle estorsioni e del riciclaggio.
Criminalità Albanese
A conferma dell’importante ruolo assunto dagli albanesi nel narcotraffico, ancora il 21 novembre 2022, la Guardia di finanza di Ostia, a conclusione dell’operazione “Spaccio Stop And Go”, ha arrestato, tra gli altri, un albanese considerato il capo delle piazze di spaccio tra Acilia e Vitinia, nonché emergente esponente della malavita albanese attiva nel litorale romano. Le indagini hanno documentato come la gerarchia all’interno del gruppo fosse particolarmente rigida e, tra le motivazioni, il GIP afferma che “l’attività d’indagine restituisce il chiaro quadro di un attivo centro di spaccio operativo nelle periferie romane di Vitinia e Acilia, soprattutto nello stabile di via Castel D’Aioni e nella sala giochi di via Codigoro, utilizzata come luogo d’incontro, in grado di movimentare quantitativi di cocaina e hashish, ed in contatto con personaggi noti per il loro elevato spessore criminale”.
Criminalità Cinese
Continuano a confermarsi gli interessi illeciti nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e nello sfruttamento della manodopera irregolare, oltre ai reati estorsivi e predatori commessi prevalentemente nei confronti di connazionali; le attività illecite verso l’esterno della comunità si rinvengono nel traffico illecito di rifiuti, nella gestione di giochi e scommesse clandestine e nella lucrosa gestione dei centri massaggi, tipica attività di copertura.
Germania
La presenza di immigrati di origine siciliana ha permesso anche a cosa nostra di essere presente sul mercato illegale tedesco, soprattutto mediante aggregati criminali di soggetti provenienti dalla zona di Agrigento, che sono attivi nel settore dello spaccio di sostanze stupefacenti, degli appalti e delle costruzioni. Al riguardo, recenti attività investigative hanno accertato l’insediamento di esponenti mafiosi del sodalizio dei Rinzivillo di Gela, che era dedito al traffico di droga e riciclaggio e la presenza di alcuni soggetti riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano che riciclavano i proventi dei giochi on line nell’acquisito di terreni, fabbricati e società.
Malta
Relativamente a cosa nostra altamente favorevole la contiguità tra l’isola di Malta e la Sicilia per lo sviluppo dei traffici illeciti, come prevalentemente emerso dagli atti d’indagine dell’operazione denominata “Doppio Gioco”, che nel 2021 aveva fatto emergere gli interessi criminali della famiglia Santapaola-Ercolano nel settore del gaming. Ugualmente coinvolta nel mercato illecito del gaming è la criminalità pugliese. Alcune operazioni di polizia giudiziaria hanno mostrato come i relativi illeciti profitti abbiano permesso di acquisire partecipazioni societarie, disponibilità finanziarie, automezzi, imbarcazioni, accessori di lusso e immobili. Al riguardo si segnala che il 9 settembre 2022 è stato eseguito un decreto di sequestro beni, emesso dall’AG di Bari, nei confronti di un pregiudicato ritenuto vicino al clan Parisi ed indagato per dichiarazione infedele dei redditi. Nel dettaglio il pregiudicato, con la sua impresa individuale, avrebbe fatto parte di una rete parallela di promotori di gioco illegale di una società maltese che, nonostante fosse autorizzata ad operare in Italia, avrebbe utilizzato un canale parallelo illecito per la raccolta del denaro. Alcune attività investigative concluse nel corso del semestre in esame attualizzano gli interessi della criminalità italiana verso l’Isola per dedicarsi al settore delle scommesse illegali. Infatti, il 27 luglio 2022, a conclusione di un controllo fiscale nei confronti di un cittadino che ha svolto attività di procacciatore d’affari per conto di una nota società di scommesse on line, è stata accertata un’omessa dichiarazione di redditi per svariati milioni di euro. Le somme corrispondono alle commissioni percepite da un agente di un noto bookmaker maltese che ha operato nell’intero territorio nazionale. Inoltre il 5 dicembre 2022 è stato eseguito un decreto di sequestro, emesso dal Tribunale di Torino, nei confronti di un bookmaker maltese operante nella raccolta di scommesse, nel territorio nazionale, in totale evasione d’imposta. L’operazione “HiddenBet” ha permesso di individuare un “centro scommesse” su eventi sportivi, e virtual games, che avrebbe operato occultamente mediante numerosi bet point, situati in tutta Italia, i quali si occupavano, come mono mandatari, della raccolta delle giocate, mettendo a disposizione i propri portali web.
Canada
La criminalità organizzata italiana si è progressivamente radicata anche in Canada, in particolare nelle zone di Montreal (cosa nostra), Toronto e Thunder Bay (‘ndrangheta), ove ha assunto posizioni di rilievo nel mercato illegale degli stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione nel settore degli appalti pubblici.
America Centrale e Meridionale
Nel tempo una lunga serie di operazioni di polizia hanno documentato connessioni di importanti esponenti di ‘ndrangheta con la criminalità locale operante nella Triple Frontera. (…) Sintomatiche sono diverse dichiarazioni pubbliche di autorità governative paraguaiane che denunciano la pervasività delle mafie italiane, in particolar modo della ‘ndrangheta, fiorente nel settore del narcotraffico e di armi, ma anche nel gioco d’azzardo, estorsione e corruzione di pubblici dipendenti.
Analisi e approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (SOS)
Nel dettaglio e sempre riguardo alle complessive 80.249 SOS analizzate, circa il 57% del flusso documentale di specie ha formato oggetto di comunicazione alla DNA. La classificazione delle 45.715 SOS in esame, sulla base delle categorie di soggetti obbligati, ha evidenziato come la maggior parte delle segnalazioni (circa l’82%) risulti originata dagli intermediari bancari e finanziari. Gli altri operatori finanziari incidono, invece, per il 10% circa. Seguono, a considerevole distanza, gli altri operatori non finanziari (oltre il 3,5%), gli operatori di gioco e scommesse (il 2,4%), i professionisti (oltre il 2%) e gli altri operatori (per lo 0,3%).
Investigazioni preventive
Il 7 ottobre 2022, nell’agrigentino nonché in territorio austriaco, è stata eseguita la confisca di 2 veicoli di pregio, 12 rapporti finanziari e 2 quote societarie, per un valore complessivo di circa 490 mila Euro, a carico di un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio e dedito a delitti concernenti il gioco d’azzardo e l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse anche online mediante le quali riusciva a favorire le organizzazioni criminali operanti nel territorio. Il provvedimento, che consolida parzialmente i sequestri operati nell’ottobre del 2020 e nel gennaio del 2021, ha altresì disposto l’applicazione della misura personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di 2 anni e scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA nel dicembre del 2019.
Provincia di Frosinone
I gruppi autoctoni sono rappresentati principalmente dagli Spada e dai Di Silvio, dediti ad estorsioni, usura, al traffico di stupefacenti, talvolta in joint-venture con i tradizionali sodalizi mafiosi. Riciclaggio, affari illeciti nel settore dei rifiuti, dei giochi e delle scommesse, rappresentano altri segmenti criminali tipici in questo territorio. Il traffico di stupefacenti, al pari dell’usura e del riciclaggio, continua a rappresentare un’importante fonte di profitti per la criminalità organizzata.
Austria
Il 25 novembre 2022 nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura Europea di Palermo, come già indicato nel precedente paragrafo relativo alla Germania, è stato individuato un gruppo criminale, che, per sottrarsi al pagamento dell’accisa, avrebbe provveduto a introdurre illecitamente nel territorio dello Stato ingenti quantitativi di prodotti energetici provenienti da anche dall’Austria. Alcune recenti attività investigative avevano consentito di individuare la presenza dei gruppi criminali legati alla ‘ndrangheta e a cosa nostra, che avevano diversificato i loro interessi criminali nei settori del riciclaggio di beni mediante investimenti immobiliari e il reimpiego dei proventi illeciti nel settore delle scommesse.
Romania
Per cosa nostra risultano presenti imprenditori di riferimento delle famiglie mafiose Mazzei e Pillera di Catania, mentre le organizzazioni legate alla camorra sono rappresentate da membri del clan Moccia. I sodalizi campani operano soprattutto nel settore delle scommesse on line e recentemente hanno intrapreso complesse attività di riciclaggio nel settore degli immobili e nell’ambito alimentare, mediante la costituzione ad hoc di società commerciali. cdn/AGIMEG