“Le comunicazione di oggi ci permettono di fare il punto su questioni importanti. Importante è la genealogia della legge, quando una legge si costruisce nel tempo in maniera condivisa anche le modifiche vanno fatte in questa maniera. Non c’è nessun proibizionismo nella legge della Regione Piemonte. Non vietiamo il gioco, non possiamo farlo, limitiamo l’esposizione dei cittadini ad una patologia. In questi anni, il gioco, che era relegato in luoghi specifici, si è spostato sempre più nei luoghi della vita”. E’ quanto ha detto Domenico Rossi, consigliere regionale, in occasione del Consiglio Regionale odierno in Piemonte. “Il Piemonte, quindi, metta la macchine lontane dai luoghi sensibili. Nessun danno erariale – continua -, in questi anni è aumentata la raccolta da 44 miliardi del 2008 ai 96 del 2016. Il Pil nei 10 anni ha avuto un andamento non di crescita. Quindi la raccolta del gioco non ha subito la crisi, le entrate per lo Stato sono rimaste costanti. Ha guadagnato 7 miliardi nel 2008, 8 miliardi fino al 2015, con l’aumento della tassazione è arrivato a 9 miliardi. La monetizzazione non porta, quindi, tutto questo gettito nelle casse dello Stato. Mettendo al centro la salute, facciamo un investimento. I 50 milioni – aggiunge – che lo Stato ha riconosciuto alle Regioni per il contrasto al gioco patologico non sono abbastanza. La Corte Costituzionale si è espressa su un ricorso per la legge Regionale della Puglia, ribadendo che le Regioni possono normare in questo ambito perchè intervengono su poliche sociali e della salute. Sulla questione delle distanze il Governo, con il decreto Balduzzi, poteva esprimersi in merito. Si è detto che limitando il gioco legale si alimenta quello illegale. Qui, dobbiamo dire che nei 96 miliardi di raccolta del gioco lecito dobbiamo aggiungere una stima di 30 miliardi di gioco illegale che già esiste. La direzione nazionale antimafia ci dice che anche nel gioco legale le mafie hanno interessi consistenti per quanto concerne il riciclaggio di denaro. Attenzione alle semplificazioni. Una cosa sono le Awp, un’altra le Vlt dove possono essere introdotte banconote. C’è una contraddizione tra decisione dei Governi e la preoccupazione delle Regioni di tutelare i cittadini. Questa è un’occasione importante per affrontare il tema a livello nazionale. La Regione Piemonte è stata coraggiosa. Non sarà una legge a risolvere il problema, ma si risolve con azioni di natura educativa e culturale”, ha concluso. cdn/AGIMEG