Giochi, La Sentinella: “A Livorno l’ennesima regolamentazione oraria del gioco dannosa. La Riforma farà chiarezza”

“È da tempo che sosteniamo che le regolamentazioni orarie di slot machine presso i pubblici esercizi e quelle delle attività di sale dedicate al gioco dovrebbero essere diverse, proprio per la differente tipologia d’offerta di cui si tratta. La prima è potenzialmente accessibile a tutti, anche ai minori e si trova in luoghi promiscui, la seconda riguarda solo i luoghi per definizione dedicati al gioco, pertanto laddove i minori non possono nemmeno accedere per legge – si legge in una nota dell’Associazione Culturale La Sentinella –. Anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha deciso di dotare il suo Comune di una regolamentazione oraria in questi giorni, gli orari di attività di slot e vlt sarebbero indistintamente dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 23 tutti i giorni della settimana. Un tentativo come sempre lodevole di arginare la dipendenza patologica da gioco, ma che come abbiamo più volte ribadito, finisce per divenire controproducente, favorendo la ripresa del gioco irregolare e illegale, che come abbiamo dimostrato più volte trae linfa da quelle situazione in cui per interi periodi della giornata non è possibile per il giocatore reperire l’offerta di gioco lecito. Abbiamo anche più volte consigliato le Amministrazioni, dimostrando con uno studio dell’Università di Sidney che sarebbe più utile, non spezzare l’attività di gioco durante la giornata, ma di creare una fascia oraria di attività e una di non attività, senza interruzioni, alfine di evitare che il giocatore gravemente patologico si incattivisca prima dell’interruzione e peggiori la sua condizione. Auspichiamo che, come previsto, la Riforma in materia di giochi proposta dal Governo possa fare chiarezza anche su questo aspetto, fissando quel limite massimo di sospensione del gioco a 6 ore giornaliere che tanto abbiamo caldeggiato. L’Associazione La Sentinella continuerà a presentare in sedi locali ed in sede nazionale proposte per una sana cultura del gioco, contro il gioco patologico, ma anche per arginare il proibizionismo e contro l’illegalità che sempre più spesso divengono conseguenza l’una dell’altro”, conclude. cdn/AGIMEG