“C’è una fetta consistente della popolazione che ha varie dipendenze, e una delle quali è quella dal gioco. Le persone che sviluppano una sola dipendenza sono una eccezione. E questo ci consente di trovare un fil rouge”. Lo ha detto lo psichiatra Paolo Crepet, intervenendo al convegno organizzato dalla Sapar “Gioco legale, parliamone a carte scoperte”, che si sta svolgendo a Roma. Crepet ha spiegato che la persona che ha sviluppato una dipendenza cerca un escamotage per “inibire l’inibizione a giocarsi tutto. Ci deve essere un modo – e nel caso del gioco c’è, grazie l’innovazione tecnologica – per interrompere questo meccanismo”. Crepet ha quindi chiesto che si effettui quanto prima “un’analisi vera, epidemiologica, per censire – sesso, età, condizione economica e sociale – i giocatori a rischio. Probabilmente scopriremo che i giovani e gli ultra-settantenni non sono le categorie più esposte, ma ci sono delle fasce intermedie e delle persone in condizioni economiche disagiate molto più a rischio”. E sui 50 milioni che l’emendamento governativo destina al Servizio Sanitario Nazionale per la cura del fenomeno: “a quel punto deve essere individuato un trattamento efficace per curare i giocatori patologici. Non ha senso assegnare questi soldi a delle cooperative nate poco prima”. gr/AGIMEG