Divieto di apertura di sale giochi e di installazione di slot machine a meno di 1.000 metri da asili nido, scuole di ogni ordine e grado, ospedali, Asl, centri educativi e culturali, parchi pubblici, luoghi di culto, case di cura e di riposo, associazioni di volontariato, altre sale giochi; obbligo di esporre manifesti all’interno e all’esterno dei locali che dissuadano dal gioco, evidenziando i rischi patologici e anche quelli ‘finanziari’; no alla pubblicità dell’eventuale attività complementare di somministrazione di alimenti e bevande esposta all’esterno delle sale; tariffe e tabelle dei giochi proibiti bene in vista all’interno; orario di apertura e chiusura obbligatoriamente nella fascia 13-23; censimento di tutte le sale giochi presenti sul territorio prima dell’adozione del regolamento; numero massimo di macchinette a seconda della grandezza e della tipologia del locale: per tabaccai e ricevitorie una al massimo in superfici inferiori a 25 metri quadri, due quando si passa a 50, tre al massimo dai 75 in sù; per bar, ristoranti ed edicole i rapporti cambiano in massimo una macchinetta fino a 30 metri quadri, due fino a 60, tre fino a 100, non più di quattro in superfici oltre i 100; per stabilimenti balneari e alberghi, a prescindere dalla superficie, non oltre i quattro apparecchi. Sono le ‘Linee guida d’indirizzo per l’adozione del regolamento comunale per le sale giochi e l’installazione di apparecchi da gioco’ contenute in una delibera su cui – secondo quanto apprende Agimeg – il neo sindaco di Roma, Virginia Raggi, e la sua Giunta starebbero lavorando. Un testo – che potrebbe ancora subire variazioni in corso d’opera – dai contenuti molto restrittivi, che “ha superato tutti i vagli possibili e immaginabili: commissioni competenti, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Tar”. Negli ultimi giorni impazza sui social network l’annuncio del Movimento Cinque Stelle di una bozza di regolamento di 20 articoli per regolamentare l’offerta di gioco pubblico a Roma: “abbiamo messo a punto una proposta di regolamento comunale per limitare l’offerta di gioco d’azzardo sul territorio romano”, ha annunciato sul suo profilo Facebook il deputato M5S Massimo Baroni. Nei mesi scorsi durante la campagna elettorale Virginia Raggi aveva già manifestato la volontà di dotare al più presto la Capitale di una regolamentazione sul gioco d’azzardo: “tra i primi atti della mia amministrazione ci sarà la presentazione del regolamento sulle sale slot. La bozza è già pronta, se sarò eletta interverremo”. Il testo sulla carta è pronto, ha già fatto tutti i passaggi necessari per verificarne la compatibilità con le leggi nazionali, va solo portato in Aula. Non solo, quando il Movimento Cinque Stelle sedeva tra i banchi dell’opposizione aveva suggerito l’introduzione di un distanziometro e di vincoli agli orari di funzionamento degli apparecchi e del numero di slot installabili, misure contenute nella vecchia delibera. Il regolamento non ha nulla a che invidiare alle misure adottate da Genova, Milano e Napoli, i cui testi – a quanto si apprende – hanno offerto ai grillini spunti da cui prendere esempio. Insomma, se l’amministrazione capitolina volesse intervenire avrebbe già tutti gli strumenti per farlo. Sono passati ormai quasi 90 giorni dall’insediamento di Virginia Raggi, eppure l’attività del Campidoglio registra al suo avvio una paralisi quasi senza precedenti. E il gioco d’azzardo sembra essere l’ennesimo scoglio da affrontare. dar/AGIMEG