Quando si parla di innovazione nel mondo del gioco, di gioco online, di apparecchivintage ma sempre d’attualità, quando si parla di intervenire su situazioni che riguardano il settore, anche con posizioni abbastanza dure, Francesco Di Paola, Presidente di Domusbet, è l’uomo giusto.
Il parere circostanziato di Malta che ha prolungato il periodo di stand still delle regole italiane per il gioco online in Commissione Europea, skin e il ritorno del flipper “di una volta”. Questi gli argomenti affrontati in un’intervista con il direttore di Agimeg Fabio Felici.
Francesco, vorrei partire prima dal passato per poi andare verso il presente e il futuro. Il passato è quello dei flipper “vintage”…
“Facciamo questo lavoro dal 1958, prima mio nonno, poi mio padre e ora io. E’ una cosa che va avanti di generazione in generazione. Abbiamo fatto il nuovo spot rituffandoci a metà degli anni ’80. Si vedono anche dei ciclomotori dell’epoca. Abbiamo voluto riprodurre questo spot in una maniera un po’ più carina e sfiziosa. Ora andrà in onda su Sky e su SportItalia. Quello dei flipper di una volta è un mercato vivo, pieno di appassionati e noi cerchiamo di coltivare questa loro passione”.
Domusbet in questi anni, tra atleti, sportivi e calciatori, si è data molto da fare a livello di immagine della società. Questo dà l’idea della solidità, della serietà di un’azienda che nonostante tutte le difficoltà di un mercato maturo, di leggi molto stringenti, di tutto quello che comporta oggi fare l’imprenditore nel mondo del gioco, riesce sempre nel migliore dei modi, con una grande struttura. E’ una delle delle poche aziende made in Italy che si trova su tanti fronti a combattere da sola, però sempre con la stessa passione, con la stessa forza. L’intervento di Malta con le osservazioni ha ritardato di un mese il periodo di stand still del regolamento italiano per il gioco online in Commissione Europea. So che avevi una posizione importante in merito.
“Il mio parere è sempre molto schietto. E’ un paradosso che Malta possa insegnare qualcosa all’Italia, quando il 90% dei siti illegali che operano nel nostro Paese provengono proprio da Malta. E’ una cosa fuori da ogni logica. In Italia sanno benissimo cosa devono fare. Se vogliono fare un bando da 7 milioni non credo che debbano avere nessun permesso da Malta. Dovrebbero, invece, stringere quei siti che operano e poi pagano le tasse negli altri Paesi evadendo totalmente il fisco italiano. Io con Domusbet non posso operare a Malta o in altri Paesi perché ho una Gad che mi dice che posso operare solamente in Italia, ma gli altri possono operare nel nostro Paese facendo anche la pubblicità. Si tratta di un’assurdità, un danno d’immagine per tutti. Abbiamo delle restrizioni, non c’è un futuro roseo. Ci sono delle situazioni che gravano sulla testa di tutti gli imprenditori che vogliono investire, anche nuovi. Non si può fare pubblicità. Compri una concessione e poi a chi la fai vedere se non puoi fare pubblicità”?
Il divieto di pubblicità contenuto nel Decreto Dignità voluto nel 2018 dal governo Di Maio è stato un duro colpo
“Anche sulla pubblicità si potrebbe dare anche un senso logico alla questione senza per forza proibirla. Ho visto dei soldi statali sperperati con la scusa dell’aiuto ai soggetti ludopatici. Oggi una squadra di calcio minore che non ha proventi e si autogestisce potrebbe essere aiutata anche con il supporto dai giochi online o dalle scommesse. E invece si pone un veto importante, alimentando il mondo dei tipster. Perché alla fine la pubblicità la si fa lo stesso, in altre forme, diverse. Sarebbe importante sedersi ad un tavolo con i grandi colossi e interloquire sul tema per trovare una soluzione”.
La tua posizione sulle skin ha suscitato apprezzamenti ma anche polemiche
“Lo ribadisco di nuovo: la skin non ha motivo di esistere, perché se tu vuoi essere un concessionario in Italia devi tirare fuori i soldi, devi avere delle fideiussioni, devi essere uguale a tutti gli altri concessionari. Non puoi comprare una concessione a 350.000 euro, come era prima e mettere 50 skin che diventano tanti piccoli concessionari perché questo causa danni. I concessionari devono essere messi in condizione di poter sviluppare dando delle garanzie allo Stato. Ci sono delle cose che devono essere sistemate, come è stato con le AWP, su cui è stata fatta una pulizia enorme. Ci sono molti meno totem e macchine illegali. Penso vivamente che Malta non può parlare e che chi ha le skin si deve mettere in testa che il giochetto è finito. Si deve pagare per le concessioni che si vuole avere, perché non si può acquistare una concessione e poi farne figliare tante altre.
ff/AGIMEG