“Entro fine mese in Parlamento avremo una relazione per valutare come sta procedendo il processo di accorpamento Aams-Dogane. Io resto sulla mia posizione. Con il Governo Monti si pensava di tagliare i costi attraverso questa fusione, ma non è così. Fino ad oggi si può parlare solo di fusione a freddo”. E’ quanto dichiarato ad Agimeg da Giuseppe Peleggi, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM). Il problema messo in luce da Peleggi nasce dal fatto che c’è una differente retribuzione per i due diversi settori, con un compenso maggiore per l’area Dogane. Per questo motivo adeguare le retribuzioni degli oltre 2mila dipendenti Aams avrebbe portato un costo di 10 milioni di euro l’anno.
Possibile un passo indietro e quindi che si possa tornare ad avere due agenzie separate? “Non è un’ipotesi da escludere – ha aggiunto Peleggi – anche se è una decisione da prendere in ambito politico”. Per il momento, le due aree devono restare separate da un punto di vista organizzativo, ma il lavoro va avanti. Nell’ultimo piano straordinario di controllo eseguito a marzo su tutto il territorio nazionale sono stati 2.266 gli esercizi controllati nel settore dei giochi e delle scommesse e 719 le violazioni contestate. “Un ottimo lavoro portato avanti grazie alla collaborazione con la Guardia di Finanza. Spesso sento parlare di uno Stato che pensa solo a far cassa. Ma siamo sicuri che sarebbe un bene voltare le spalle a questo settore? Uno Stato assente lascerebbe il settore nelle mani della malavita”. La stessa accusa è stata lanciata dall’onorevole Paola Binetti, che riferendosi ai tempi lenti dell’approvazione del disegno di legge per la prevenzione e la cura del gioco d’azzardo patologico (presentato in Commissione affari sociali nel marzo del 2013) ha parlato di uno Stato più interessato al gettito che alla tutela del cittadino. “Siamo disponibili per qualsiasi confronto”, ha concluso. cz/AGIMEG