Frosini (IGT): “Importante risolvere incertezza normativa ma dubbi sulla Legge Delega. Necessaria rete specialistica di gioco ed essenziale coinvolgere Enti Locali”

“Sul tema del gioco oggi vi è incertezza normativa, la politica non è riuscita a risolvere problematiche complesse di forte impatto sociale. Le concessioni arrivano da una riserva dello Stato, ma i comportamenti dello Stato sono stati quelli di violare questa concessione. Soprattutto la normativa regionale e comunale si è dilettata a discutere su limitazioni degli orari e su distanziometro”. Lo ha detto Giuliano Frosini, Vice President Public Affairs IGT, nel corso del webinar organizzato da I-Com.

“Il gioco ha un’immagine controversa in quanto viene da un alveo piuttosto discutibile degli anni precedenti alla grande legalizzazione di inizio 2000. Quando si decise di far emergere l’illegalità, con un recupero di 30 miliardi di euro, la via fu mantenere la distribuzione del gioco nei luoghi dove era purché vi fossero requisiti, ma si è creata una rete spesso molto capillare, anche troppo ridondante”.

“Un testo unico in materia di gioco è auspicabile, ma serve trovare un modello semplice che porti a fare gare per concessioni in scadenza. La legge delega non mi convince tantissimo, ma se le istituzioni non sono riuscite ad attuare le normative già previste, è difficile che si possa attuare la legge delega e i decreti attuativi corrispondenti”.

“E’ arrivato il momento di fare valutazione perché si possa immaginare di passare da un modello concessorio ad un modello concessorio sul punto fisico di gioco, dove tabaccai e tabaccherie fanno da presidio ai tabacchi, mentre una rete specialistica di gioco offra tutto il resto di un’offerta contingentata, per superare problemi legati agli enti locali. Quando entra dentro un luogo dedicato, il giocatore può scegliere di fruire dell’offerta che più preferisce”.

“Infine sul tema della compartecipazione al gettito, finora è ovvio che fare leggi regionali o discutere limitazioni territoriali produce un impatto sui conti del governo centrale. Sicuramente il territorio deve adoperarsi per la parte repressiva e che da sanzioni e controlli possono affluire risorse agli enti locali.

L’idea è quella di poter avviare un percorso in cui non imbonire gli enti locali con porzione di gettito, ma presupporre che la regolazione territoriale possa essere sostenibile. Non possiamo chiedere agli enti locali di fare controlli senza contribuzioni. Complice la riduzione dei punti, i luoghi deputati al gioco saranno più efficienti, più vantaggiosi per operatori e maggiormente controllabili”. cr/AGIMEG