Formia: ‘I limiti orari delle slot contrastano la ludopatia’. Via libera del Consiglio di Stato per ‘limitare rischi da gioco’

Il Consiglio di Stato ha stabilito che il provvedimento del Comune di Formia per la riduzione degli orari di accensione delle slot è legittimo.

Secondo i Giudici di Palazzo Spada, la delibera del 2014 dell’amministrazione comunale con cui si limitano gli orari (dalle 10 alle 20) è proporzionale agli obiettivi prefissati e non è una decisione al di fuori delle sue competenze. Dunque, per effetto di due sentenze in proposito del CdS, ritorna in vigore la limitazione oraria imposta dall’amministrazione comunale con la delibera del 2014.

La motivazione – si legge nella sentenza – è che “la normativa in materia di gioco d’azzardo – con riguardo alle conseguenze sociali dell’offerta dei giochi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché all’impatto sul territorio dell’afflusso ai giochi degli utenti – non rientra nella competenza statale esclusiva in materia di ordine pubblico e sicurezza, bensì nella tutela del benessere psico-fisico dei soggetti maggiormente vulnerabili”.

Inoltre, le misure adottate dal Comune di Formia fondavano su un’ampia “analisi dei dati del Sert locale e quelli della Unità operativa complessa di salute mentale in relazione alle attività clinico-assistenziali svolte a beneficio dei soggetti affetti da ludopatia, che evidenziarono una crescita esponenziale del fenomeno) e su una equilibrata ponderazione dei plurimi interessi in gioco che non mortifica l’iniziativa economica dei soggetti coinvolti”.

Per il Consiglio di Stato la disciplina degli orari del gioco si colloca in un crocevia di valori nel quale confluiscono una pluralità di interessi che devono essere adeguatamente misurati e contemperati: da una parte le esigenze dei privati gestori delle sale, dall’altro gli interessi pubblici e generali, estesi anche alla salute pubblica ed afferma che vi è stata “proporzionalità” nel potere esercitato dal Sindaco per definire gli orari di apertura delle sale da gioco allorquando si sono adeguatamente valutate le “posizioni di ciascuno dei soggetti coinvolti senza impiegare mezzi eccessivi rispetto agli obiettivi perseguiti .

Pertanto, il Consiglio di Stato ha confermato la ratio dei provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale dell’epoca su input dell’allora delegata alla legalità Patrizia Menanno, secondo cui “la previsione di una limitazione oraria mira inequivocabilmente a contrastare il fenomeno della ludopatia, inteso come disturbo psichico che induce l’individuo a concentrare ogni suo interesse sul gioco, in maniera ossessiva e compulsiva, con ovvie ricadute sul piano familiare e professionale, nonché con l’innegabile dispersione del patrimonio personale”. lp/AGIMEG