Il business del gioco d’azzardo incrementa notevolmente il gettito fiscale e contribuisce allo sviluppo dei settori ad esso collegati. E’ quanto afferma il Presidente delle Filippine Rodrigo Duterte in merito alle pressioni avute dalla Cina per vietare il gioco d’azzardo. Il problema principale riscontrato dalle autorità cinesi è che nei casinò online, usando dei portafogli elettronici, è possibile nascondere la propria identità. Questo, a sua volta, facilita il riciclaggio di denaro e il suo prelevamento illecito dal Paese. Anche la Cina è preoccupata, e come ha sottolineato l’ambasciata cinese a Manila, che tramite i casinò online possano uscire dal Paese ogni anno alcune centinaia di milioni di yuan. Tra l’altro, si tratterebbe di un deflusso di capitale illegale. In primo luogo, perché violerebbe le norme sul controllo monetario. E in secondo luogo, perché per legge i cittadini cinesi che si trovano fisicamente in territorio cinese possono praticare il gioco d’azzardo solamente a Macao. Proprio per questo, Pechino ha accolto con favore la decisione iniziale del PAGCOR (Philippine Amusement and Gaming Corporation) di non rilasciare nuove licenze ai casinò online. Il PAGCOR ha motivato la propria decisione sostenendo che erano giunte numerose lamentele rivolte dal legislatore e da alcuni ministeri del Paese ai lavoratori clandestini cinesi nel settore del gioco d’azzardo. L’ente regolatore di intervenire su quest’aspetto e rafforzare il controllo sui migranti. Tuttavia, le autorità filippine sostengono che se venissero chiusi i casinò online le entrate dello Stato diminuirebbero e cesserebbe anche lo sviluppo delle attività correlate al settore del gioco d’azzardo. ac/AGIMEG