FEEXPO, Ungaro (UniRoma Tre): “Grazie ai focus group viene evidenziato che le sale vengono viste come luoghi di aggregazione”

dai nostri inviati – Il primo studio sul fenomeno delle ticket redemption è stato presentato questa mattina nel corso del convegno di apertura del FEEXPO, Family Entertainment Expo in corso alla Fiera di Bergamo, da Veronica Ungaro, dell’Università di Roma Tre.

FEEXPO Fiera di Bergamo“La prima cosa che abbiamo verificato è stata l’assenza di una letteratura scientifica, di rilevazioni sul campo e indagini approfondite” ha esordito “e quindi abbiamo iniziato con delle rilevazioni all’interno delle sale per famiglia, studiando il comportamento dei ragazzi ma anche degli accompagnatori, come genitori o nonni”. “Con sei focus group abbiamo visto che le sale vengono viste come luoghi di aggregazione e che i giovani ci vanno in genere con educatori o con amici”.

Secondo la ricerca di Roma Tre, i ragazzi più grandi sono meno interessati ai ticket che, invece, suscitano l’interesse dei più piccoli. Tra i genitori, alcuni sono più allertati, considerandoli uno strumento che avvicina al gioco d’azzardo, ma molti li considerano come una raccolta punti che consente di ottenere un premio.  Dalle interviste a un campione di mille intervistati è risultato ricavato che i ragazzi considerano le sale giochi un punto di aggregazione e socializzazione. Conoscono le redemption ma non sono interessati e a volte non raccolgono nemmeno i ticket o li regalano. E, in ogni caso, non li considerano affini al gioco d’azzardo né li assimilano alle scommesse o alle schedine.

“Le caratteristiche personali dei giocatori” ha aggiunto “incidono sulla possiblità di avvicinarsi al gioco d’azzardo, come evidenziato in letteratura”. “Abbiamo fatto poi un’indagine locale che ci ha permesso di suddividere i gruppi, in particolare maschi e femmine, e abbiamo ottenuto dei risultati interessanti che possono essere anche presi in considerazione come possibili implicazioni manageriali per le sale gioco e famiglia. Nelle femmine si sono rilevati maggiori valori di altruismo e un atteggiamento più negativo verso il gioco d’azzardo, mentre nei maschi abbiamo un valore più di egoismo e una maggiore propensione al rischio e al gioco”.

Secondo Ungaro, una sala giochi etica e sostenibile dovrebbe tenere in considerazione i fattori protettivi: la solidarietà (come per esempio devolvere i ticket a favore di buone cause) e lo sviluppo della capacità di autocontrollo. gpm/AGIMEG