Riordino del gioco pubblico a livello nazionale, Freni (MEF): “Pronto da mesi ma bloccato da una parte politica. Il settore ha bisogno di certezze. Una assurdità il divieto di pubblicità”

“Il mondo del gioco è un settore che non solo ha il diritto di andare avanti e di crescere, ma che deve crescere, esattamente come succede in tutta Europa. Siamo ancora schiavi del Decreto Dignità, di un decreto che va in controtendenza rispetto a quella che è la direzione intrapresa dall’Europa.

Siamo schiavi di un sistema assurdo che prevede che si possa giocare a Milano, con regole diverse rispetto a Roma. E a Roma con regole ancora diverse rispetto a Torino e rispetto a Palermo. Ma potrei anche dire che a Roma si gioca in modo diverso rispetto a Frosinone”. Queste le parole di Federico Freni, sottosegretario al MEF con delega ai giochi, nel suo intervento di ieri all’evento organizzato dalla Sapar e con la presenza del presidente Domenico Distante.

“Tutto questo non solo è sbagliato, ma non è civile. Perché non dà a chi investe la certezza dell’investimento, a chi lavora la certezza del lavoro e la programmazione dello stesso ed ai clienti finali, a chi gioca, la certezza di avere regole uguali in tutto il Paese. Questa è una cosa semplicemente scandalosa.

La prima cosa che ho pensato di fare, insieme a tante persone valide che insieme a me, al Mef, hanno lavorato per questo progetto, una Legge Delega. Quello che è venuto fuori è un testo molto neutro, apolitico. Ho fatto personalmente il giro di tutti i partiti dell’arco parlamentare. E tutti avevano garantito di votare.

Avevamo immaginato di fare una Commissione per scrivere il codice che coinvolgesse tutti i rappresentanti del comparto. La Legge Delega è arrivata a febbraio scorso a Palazzo Chigi, bollinata dalla Ragioneria dello Stato. Se non è mai stata messa all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri è evidentemente perché alcune forze politiche hanno posto il veto. Perché se si fosse arrivato al voto, secondo queste forze politiche, si sarebbe creato in Parlamento un problema politico che non sarebbero stati capaci di superare.

Ho parlato più volte con il Presidente del Consiglio ed abbiamo provato a capire quale fosse il metodo migliore per portarla in Parlamento, ma poi è arrivata la guerra, il caro-energia, la caduta del Governo ed il testo della Legge Delega è ancora lì. Ma è ancora attuale.

E visto che sono abituato a non promettere nulla che non possa realizzare, il mio obiettivo come primo atto che farò se dovessi tornare al Governo, è quello di riprendere in mano la Legge Delega, bussare a Palazzo Chigi e cercare di metterla all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri. Perché sono sicuro che un Governo di centro-destra, quel tipo di Legge Delega la vota molto in fretta.

Con la Legge Delega si vuole anche ridare al mondo del gioco quella dignità che il Decreto Dignità aveva tolto. Pensare che non si possano sponsorizzare eventi legali, leciti, consentiti dallo Stato, su cui lo Stato guadagna, operati da soggetti che sono concessionari dello Stato non è qualcosa di dignitoso. Oggi che sono qui in rappresentanza del mio partito, posso dire esattamente quello che penso del Decreto Dignità. E’ una assurdità che in Italia non ci sia la pubblicità sul gioco come c’è in tanti paesi d’Europa”. sb/AGIMEG