Faggiani (ANCI): “Necessarie norme omogenee per luoghi sensibili e limiti orari”

“Questa iniziativa cade in un momento particolare nel settore poiché si trova in mezzo al guado e al momento non si vede l’altra riva, rappresentata da una riforma che non si vede da tanto tempo. Mi piace ricordare che esattamente 6 anni fa partecipai ad un’iniziativa simile a quella di oggi e conclusi il mio intervento con l’auspicio che si procedesse immediatamente al riordino dell’intero settore, confortato da dichiarazioni degli esponenti dell’allora Governo Conte I, i quali avevano detto che stavano disponendo il testo. Purtroppo quel testo non ha mai visto la luce, anche se era sempre presente nei vari collegati al Def. E’ quanto ha dichiarato Domenico Faggiani, membro dell’Osservatorio sul Gioco d’Azzardo Patologico e del Coordinamento Nazionale Anci problematiche del gioco, durante il convegno “In nome della legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro“.

“Ora, l’attuale Governo ha imboccato una strada parzialmente diversa: ovvero ha deciso di inserire all’interno della Legge di Delega fiscale anche un articolo che contiene la delega per riordinare il settore del gioco. L’articolo 15 contiene principi e criteri direttivi largamente condivisibili, in quanto mette al primo posto la tutela del giocatore attraverso anche la prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo. Inoltre, era presente anche l’indicazione di una concertazione tra lo Stato e le autonomie locali, oltre ad inserire il rafforzamento dei controlli sull’illegalità. Dopo l’emanazione di questa norma, ci aspettavamo l’avvio di un confronto tra lo Stato, le regioni, i comuni e anche le associazioni di categoria, ma così non è stato”.

“Il Governo ha deciso di imboccare un percorso diverso: portando in conferenza unificata uno schema di decreto legislativo relativo soltanto all’online, schema che è stato pubblicato e contiene anche delle norme generali di tutela del giocatore e di contrasto all’illegalità, però è un provvedimento parziale. Non è il Testo Unico che tutti aspettavamo poiché ha lasciato fuori il gioco fisico, per il quale è stato istituito lo scorso anno un tavolo tecnico, presso la Conferenza Unificata, nel quale si è aperto un confronto tra le parti che si è protratto per circa un anno. Nell’arco di questo periodo sono state presentate delle proposte dal Mef e le regioni e l’Anci hanno presentato delle osservazioni, ricordando i ruoli svolti dagli enti locali in questo settore. L’Anci, dopo aver ricordato tutti questi aspetti, ha dato il suo assenso ad un progetto e un riordino di riqualificazione riduzione dell’offerta di gioco con la previsione di esercizi certificati, ovvero che offrano maggiori garanzie di sicurezza e di controllo sfruttando tutte le potenzialità della tecnologia. In più, è necessario che ci siano norme omogenee sia sui limiti orari sia sui luoghi sensibili. L’Anci si è resa conto che non si poteva rimanere in questa situazione bloccata. L’associazione ha introdotto anche un altro aspetto che riguarda le risorse: non solo una sorta di compartecipazione al gettito per gli enti locali, ma anche l’istituzione di un fondo nazionale in cui finiranno parte dei proventi delle sanzioni che saranno ripartite tra i comuni e destinate alla formazione della Polizia Locale, corpo che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale”.

“In conclusione, nell’ultima riunione del tavolo tecnico, avvenuta il 14 gennaio, è stata assunto l’impegno da parte del delegato del Mef di riconvocare il tavolo a distanza di 2 mesi, portando lo schema di decreto delegato sul gioco fisico. Purtroppo, ad oggi sono passati 4 mesi e questo schema non si è ancora visto. E’ necessario che si pervenga quanto prima questo testo perché sicuramente dovranno essere approfonditi inevitabilmente alcuni aspetti. inoltre, affinché il riordino produca degli effetti si dovrà attendere anche che le Regioni rivedano le loro leggi e le adeguino alle leggi nazionali. Dunque, il percorso è ancora lungo e tortuoso”.

“Concludo ponendo due questioni: il primo riguarda il problema dei videogiochi che doveva essere affrontato nel riordino del gioco a distanza. All’interno di alcuni giochi, anche quelli scaricabili gratuitamente, contengono al loro interno la possibilità di fare degli acquisti come le loot boxes, con un meccanismo molto simile ai giochi con vincita in denaro. Un’altra questione è la stortura evidente: aumenta la spesa sul gioco, ma non le entrate sull’Erario. Ciò è provocato dall’incremento abnorme del gioco online, più difficile da controllare e che offre la possibilità di giocare dovunque e in ogni momento. In più ha una pressione fiscale infinitamente più bassa rispetto al gioco fisico”. ac/AGIMEG