Facci (Cons. Reg. Lega): “Non arretreremo nella nostra battaglia di civiltà e democrazia, in Emilia Romagna, a tutela dell’occupazione nel gioco pubblico e del contrasto all’illegalità”. IL VIDEO

“Ritengo che questa sul gioco sia una battaglia culturale. Deve essere tolta dal campo l’idea che il gioco legale sia qualcosa di negativo. Purtroppo, in Regione, mi sono scontrato con dei pregiudizi difficili da comprendere. Fin dalla modifica della legge del giugno 2018 che ha introdotto l’esecutività delle norme stabilite nel 2016 ho iniziato a scontrarmi con questo meccanismo soprattutto con i componenti del MoVimento 5 Stelle e alcune parti della maggioranza di Bonaccini. Non arretrerò sul tema e abbiamo provato a puntare sul fatto che ci sono migliaia di posti di lavoro legali da proteggere. Il Piemonte ha ristabilito un punto di equilibrio, noi dobbiamo seguire quel solco. La Legge dell’Emilia-Romagna è vaga sui luoghi sensibili lasciando anche la possibilità alle amministrazioni locali di individuarne altri. Quindi ciò che farò in Regione è quello di riaprire un ragionamento, partendo dalla parte più importante: tutelare il lavoro. Abbiamo anche impegni nei Consigli comunali perché riteniamo che tali amministrazioni abbiano un ruolo importante nel recepire la Legge regionale, tanto che Ferrara, non a caso a guida Lega, ritiene che ci debba essere un atteggiamento differente. Sicuramente non si guarda a questo settore sotto il punto di vista del Made in Italy e io invece credo che vada sottolineato, ma dico anche che le restrizioni e le limitazioni posti da queste leggi ingiustificate e incoerenti hanno ridato vita al gioco illegale. Ciò è dimostrato anche dai recenti studi della Luiss. Deve passare anche il concetto che il gioco legale sia un presidio di legalità”. E’ quanto ha affermato il Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna della Lega, Michele Facci, durante l’incontro avvenuto a Rimini con i lavoratori e imprenditori del settore del gioco. “Per fare una battaglia a livello astratto sulla ludopatia si sta colpendo coloro che potrebbero essere di aiuto: ovvero i gestori. Credo che debba finire la demonizzazione del settore e occorre che vi sia la legge quadro, perché non è possibile che le Regioni e i Comuni vadano in ordine sparso con la conseguenza negativa che l’imprenditore deve adeguarsi alle leggi restrittive del proprio territorio, al contrario di quanto accade al territorio confinante. I ristori ottenuti in Regione non sono granché, ma far riconoscere ristori a questo settore dimostra che tali attività sono uguali a tutte le altre. Con orgoglio rivendico di non aver votato le modifiche del 2018 introdotte dalla Regione e l’ho fatto per coerenza, perché creare delle limitazioni a queste realtà non è corretto. Non so che spazio ci sarà in Regione, ma credo che ci sia una necessità di maggior dialogo sul tema. Bisogna non demordere e aumentare l’opera di pressione e quello che ho detto a tutte le persone che hanno manifestato è che se l’amministrazione non sente voci di contrasto non si preoccuperà mai. Nel momento in cui si comincia fare uno step in avanti a livello culturale, portare dei numeri sulla salute e mostrare che questo settore ha degli effetti positivi come la lotta all’illegalità credo che si possa aprire un dialogo con la politica. Anche io ho notato la frammentarietà del settore e ciò ha giocato a loro favore. Consiglio di unirsi per far sentire più forte la propria voce e non dare mai per persa la propria battaglia anche se è molto dura”.

ac/AGIMEG