Passamonti (Sistema Gioco Italia) “Dati gonfiati sul mercato del gioco”

E’ intervenuto questa mattina a Radio24, all’interno della trasmissione “24 Mattino” di Alessandro Milan, Massimo Passamonti presidente di Sistema Gioco Italia di Confindustria. Alla trasmissione era presente anche Riccardo Bonacina, direttore di Vita, oltre ad un giocatore che ha testimoniato la propria esperienza di gioco compulsivo. Ecco l’intervista fatta a Passamonti.
AM: Voi siete visti come coloro che fanno un’attività economica che ha ripercussioni negative sulle famiglie. Come ve la gestite?
MP: Cerchiamo sempre di partire da dati di riferimento chiari, anche quelli che sentivo citare adesso sono così, mi passi il termine, dei numeri al lotto perché un milione e mezzo di ludopati non esistono da nessuna parte, non esiste un dato scientifico che sorregga questo numero. Il 4 % del PIL è un’altra cosa che non sta né in cielo né in terra, anche nelle regioni in cui sulla media nazionale si gioca di più, si fa, in modo maldestro, riferimento al dato di globale di raccolta, quando io approfitto per ricordare che gli italiani spendono per il gioco 17 miliardi, che non è il dato lordo, ma il dato dell’effettivo speso, perché poi ai risultati degli 80 miliardi ci si arriva con le vincite, quindi voglio dire, siamo, se va bene, attorno 1% del PIL. Poi il problema esiste. Detto questo, per affrontare il problema e cercare di risolverlo si dovrebbe partire da basi serie. Noi come Confindustria abbiamo proposto prima che ci fosse questa ondata anche giustificata, perché, ripeto quello che dico da tempo, per noi anche un solo caso di ludopatia è un problema, non si tratta di arrivare a 100 mila, 200 mila, un milione, ma il problema va affrontato sulle base delle considerazioni oggettive di questo mercato.
AM: Passamonti, lei contesta alcune cifre che credo abbia pubblicato il Corriere, ma siamo davvero il primo mercato al mondo per numero di giocate?
MP: Ma non è vero assolutamente. Il Corriere, nel pezzo sul gioco online, dà il dato lordo, che è un dato di circa 15 miliardi di movimento che corrisponde a 800 mila euro di giocato. In riferimento all’Inghilterra, l’Inghilterra gioca 5 volte di più sull’online. L’allarme sociale va considerato e bisogna cercare di risolverlo ma questo fa dimenticare che in Italia è stata fatta la più grande opera di legalizzazione del gioco. Lei può immaginare cosa sarebbe successo se non si fosse legalizzato il gioco in Italia, con quanti casi come quello di stamattina ci saremmo trovati.
AM: Passamonti, lei contesta le cifre delle 200mila macchinette truccate?
MP: Anche questo. Allora, il dato riportato che sta citando Bonacina, è un dato sicuramente preoccupante, ma che, anche questo, non corrisponde. Il dato non è riportato nella relazione dell’antimafia, contrariamente a quanto riportato dall’articolo. Però io aggiungo che il dato di una conferma di un’offerta illegale di gioco, per quanto riguarda le slot, fa pendere l’interesse pubblico a difendere il circuito del gioco legale, non a minarlo e smantellarlo.
In Italia esiste una rete di accettazione di scommesse su eventi sportivi che, per cavilli burocratici e amministrativi, offre i propri prodotti alla luce del sole.
AM: Il Sig. Giovanni è il prodotto di una situazione legale di macchinette a disposizione. Come vi ponete di fronte a questa situazione?
MP: Noi ci siamo dotati di un codice di autoregolamentazione sulla promozione pubblicitaria dei prodotti da gioco prima di Balduzzi, noi abbiamo siglato protocollo di intesa con l’ANCI per gestire le ricadute sul territorio dell’offerta da gioco. Aggiungo che ci stiamo ponendo seriamente il problema di come riconsiderare l’offerta di gioco pubblico nel nostro paese. Affrontiamo questi problemi tutti insieme in modo razionale e sereno.
Ascoltatore chiede se nelle sale da gioco si faccia riciclaggio di soldi sporchi.
Altro ascoltatore, ex ludopatico, ritiene importante che sia lo Stato a gestire il settore.
AM: Passamonti, lei contesta l’idea che il gioco faccia male?
MP: Assolutamente sì. Un paio di considerazioni: sulla pubblicità Confindustria si è dotato di un codice di regolamentazione molto più stringente rispetto al decreto Balduzzi. Il problema della pubblicità ce lo siamo posti. Il problema è quello di affrontare il problema del gioco pubblico in maniera seria sul territorio nazionale. Criminalizzare il gioco pubblico non serve a nulla.
Riciclare denaro nelle sale gioco legale è molto molto difficile. lp/AGIMEG