USA, Delaware e Mississippi pronti a lanciare le scommesse tra giugno e luglio

USA, Delaware e Mississippi spingono sull’acceleratore per poter offrire quanto prima le scommesse sportive, dopo che la Corte Suprema ha dichiarato illegittimo il divieto posto dal PASPA, la legge federale del 1992. Il Delaware era uno dei 4 Paesi USA a aver legalizzato alcune forme di scommesse prima dell’entrata in vigore del PASPA, e che quindi beneficiavano di una parziale apertura del mercato; il Dipartimento delle Finanze adesso ha interpellato il Procuratore Generale dello Stato, e secondo quest’ultimo “Non ci sono ostacoli di carattere legale” a ampliare l’offerta. Il settore dovrebbe però verrà affidato alla lotteria di stato – che già commercializzava le poche scommesse consentite –  che “si è preparata per mesi, adesso avvierà un training per il personale, e entro breve lancerà le scommesse su larga scala” ha annunciato il Dipartimento delle Finanze. L’offerta potrebbe partire il 7 giugno.

Il Mississippi ha invece immediatamente pubblicato una bozza di regolamento, gli operatori avranno 25 giorni per esprimere le proprie osservazioni, la Gaming Commission approverà il regolamento nella seduta del 21 giugno, poi servirà un mese perché il testo entri in vigore in via definitiva. In questo caso potranno offrire le scommesse i 28 casinò dello Stato. E’ prevista una parziale apertura del mercato online: potranno scommettere via mobile solamente gli utenti che si trovano all’interno dei casinò-resort. Nella bozza c’è anche una sezione dedicata all’integrità dello sport: agli organizzatori degli eventi sportivi per il momento non viene riconosciuta alcuna percentuale sulle giocate, ma c’è una clausola – che consente di imporre “ogni ragionevole condizione per fronteggiare i rischi all’integrità” – che lascia aperto uno spiraglio.

Con ogni probabilità molti altri Stati Usa si muoveranno a breve per seguire l’esempio di Delaware e Mississipi. Sono una trentina quelli che nei mesi scorsi si sono detti favorevoli al lancio delle scommesse, anche perché in ballo c’è un mercato da 150 miliardi di dollari. rg/AGIMEG