USA, 3 Stati pronti a offrire scommesse, altri 30 attendevano la Corte Suprema, per un mercato da 150 miliardi

Non solo il New Jersey, ma anche il Delaware e il Mississippi sono già pronti a legalizzare le scommesse sportive, e poi ci sono altri tre che aspettavano solamente la decisione della Corte Suprema sul PASPA, e che ora potranno dare gli ultimi ritocchi alle normative. Ma gli Stati USA che negli scorsi mesi che attendevano la caduta del divieto federale sono una trentina, e secondo gli analisti il mercato a stelle e strisce delle scommesse vale circa 150 miliardi di dollari l’anno, e fino a 6 miliardi di ricavi. Soldi che in gran parte già adesso volano all’estero, i bookmaker offshore complessivamente incassano ricavi per almeno 3 miliardi l’anno dai giocatori americani.
Ogni Stato disciplinerà il mercato come meglio crede, alcuni lo liberalizzeranno in toto, altri lo affideranno alle lotterie o ai casinò. I grandi bookmaker internazionali avranno comunque l’opportunità di entrare nel mercato come partner tecnologici, anzi alcuni brand hanno già stretto partnership negli anni scorsi che adesso risulteranno determinanti.
La legalizzazione delle scommesse comunque non eliminerà il mercato illegale. Di questo gli analisti sono certi. Una fetta consistente degli americani continuerà a scommettere offshore, attratti anche da quote che inevitabilmente saranno più vantaggiose e da prodotti più aggressivi.
I maggiori oppositori alla legalizzazione delle scommesse finora sono state le leghe sportive: nel 2014 NFL, NBA, MLB, NHL si erano opposte all’entrata in vigore della legge del New Jersey – ne è scaturita la battaglia legale che è poi finita di fronte alla Corte Suprema – sostenendo che le scommesse sportive avrebbero messo a repentaglio l’integrità degli sport. Il fronte si era poi diviso nel corso del tempo, Adam Silver, commissario del NBA, si è in più occasioni schierato in favore della legalizzazione. E anche alcuni suoi omologhi hanno ammorbidito la propria posizione, probabilmente consapevoli del fatto che il divieto prima o poi sarebbe caduto. Le leghe in realtà in questi mesi hanno stretto i rapporti con i governi dei singoli Stati, e hanno fatto pressioni per ottenere una parte dei proventi delle scommesse, sostenendo che saranno costrette a aumentare i controlli sul match-fixing. L’NBA ha addirittura presentato un progetto di legge federale che assicura alle leghe l’1% della raccolta, in sostanza un tesoretto da 1,5 miliardi di dollari l’anno. lp/AGIMEG