Caso Sale LAN-eSports, Alessio Cicolari (AK Informatica) ad Agimeg: “Trattati come criminali. Serve una normativa chiara perché anche come spettacolo viaggiante ci scontriamo con la poca conoscenza del settore da parte dei comuni”

Normativa bloccata, difficoltà nella gestione con i comuni delle licenze di spettacolo, ricorsi contro le ingiunzioni dell’ADM: questi ed altri temi sono stati oggetto dell’intervento, nella diretta Agimeg, di Alessio Cicolari, titolare di AK Informatica e dell’Esport Palace di Bergamo.

“Alla fine di aprile siamo stati oggetto di sequestro da parte di ADM di tutte le apparecchiature elettroniche che avevamo all’interno dell’Esport Palace. All’inizio non riuscivamo neanche a capire cosa stessero cercando, poi ci siamo resi conto dell’associazione tra l’articolo 110 del TULPS e la nostra attività. Abbiamo provato a spiegare che i nostri giochi non rientravano in quelli con vincite in denaro, ma sono videogiochi che si praticano da un semplice computer”, ha dichiarato Cicolari rispondendo alle domande del direttore di Agimeg, Fabio Felici, durante la diretta social e Youtube.

“A questo punto abbiamo contattato ADM con cui abbiamo iniziato un percorso per cercare di trovare una soluzione alle varie problematiche che si erano presentate. E’ stata trovata la soluzione ponte di inserirci sotto la disciplina dello spettacolo viaggiante (opportunità che scadrà il 30 giugno del prossimo anno). Ma anche questa soluzione non è stata esente da problematiche visto l’ostracismo, la burocrazia e la poca conoscenza in materia di molti comuni”, spiega il titolare dell’Esport Palace di Bergamo.

Alessio Cicolari ha poi proseguito: “La cosa incredibile è che a mesi di distanza alcune nostre apparecchiature sono ancora sotto sequestro, tra cui computer e simulatori di guida. Siamo riusciti a riaprire da metà luglio ricomprando tutto il materiale, ma poi è arrivata una ulteriore mazzata con un’ingiunzione di pagamento di ADM con sanzioni per 40.000 e la distruzione di circa 100.000 euro di prodotti. Ma non è finita, perché ora c’è il rischio di una ulteriore chiusura dell’Esport Palace che, se dovesse concretizzarsi, ci obbligherà a chiudere definitivamente senza rinnovare il contratto di affitto in scadenza ad aprile”.

 

“Abbiamo fatto sempre tutto in modo regolare, mi chiedo come mai abbiamo pagato solo noi mentre altre realtà sono rimaste aperte. Alcuni comuni come quello di Milano non ci danno neppure la possibilità di poter aprire un confronto, rispediscono indietro le nostre richieste, ma nel frattempo è ancora pieno di realtà come la nostra che continuano a operare. Mi chiedo quindi come mai solo a noi impediscono di lavorare? – il duro sfogo di Cicolari – Abbiamo presentato ricorso, ma si tratta di una materia molto difficile che va spiegata anche ai giudici che la affrontano, con considerazioni tecniche che spesso non sono alla portata di tutti”.

“Stiamo parlando di giocare alla Playstation come se fosse il male dell’Italia, ma gli Esports non vanno demonizzati, anzi hanno una funzione sociale ed educativa molto ampia. Veniamo trattati come criminali, siamo stati oggetto di sequestro come fossimo dei mafiosi, ma noi abbiamo lanciato tanti progetti educativi, anche con Cristian Vieri e la Bobo TV, oltre ad aver organizzato numerosi incontri nelle scuole e nelle università”, prosegue Cicolari.

Ma come finirà questa situazione? “E’ importante che le nuove regole abbiano un senso e che le leggi siano chiare a tutti. Le leggi devono essere perfettamente comprensibili per chi fa impresa, senza cambiare in corso d’opera. Al momento ci sono regole assurde, soprattutto nel settore del gioco. E’ necessaria una semplificazione normativa, dobbiamo rendere molto più semplice il mondo degli Esports, è un mezzo per educare i ragazzi”, l’augurio di Cicolari, che poi conclude: “Purtroppo, essendo in Italia temo che andremo molto per le lunghe e che ci vorranno tempistiche bibliche. Spero che il sottosegretario Freni venga riconfermato e prosegua il dialogo con noi, intanto dovrò andare avanti, spendere soldi in tribunale e valutare se restare in Italia”. lb/AGIMEG