Esports, Alessio Cicolari (CEO Ak Esports): “Tante attività a rischio chiusura senza un’immediata normativa ad hoc sul gaming, in Italia siamo molto indietro nella comprensione e nello sviluppo del settore”

Sono passati oltre sei mesi dal terremoto che ha scosso il mondo degli Esports a fine aprile di quest’anno, con le chiusure di alcuni centri di gioco, la confisca dei materiali e pesanti ammende per le società che operano in questo settore. In quel momento, era emersa la stringente necessità di creare una normativa ad hoc per il settore degli Esports e del gaming competitivo, erroneamente associato alle discipline di altri settori e quindi incompatibile con le leggi degli stessi.

Pare che però nulla sia cambiato, almeno a giudicare dalla sfogo di Alessio Cicolari, CEO di Ak Esports, società che organizza eventi a tema gaming in tutto il mondo e che gestisce l’Esport Palace di Bergamo, ai tempi oggetto di chiusura e finito nel mirino delle sanzioni: “Non si può continuare a operare in queste condizioni, con una totale assenza di normativa che regoli il settore degli Esports e dei videogames. Abbiamo pagato caro il buco normativo presente in Italia, con sanzioni abnormi da parte di ADM e lunghi periodi di chiusura. Se la situazione dovesse proseguire, molte realtà compresa la nostra saranno costrette a chiudere o emigrare all’estero”, l’allarme di Cicolari.

Alessio Cicolari

Al momento il settore degli Esports viene equiparato, da un punto di vista giuridico, a quello dello “spettacolo viaggiante”, ma questo non ha contribuito a mettere chiarezza, anzi: “I Comuni non hanno le competenze per gestire questa situazione e intanto il tempo passa. Abbiamo provato a smuovere le acque presentando ricorso al Tar di Bergamo, ma intanto restiamo in un limbo normativo inaccettabile e dannoso. Purtroppo in Italia siamo ancora molto indietro nello sviluppo e nella comprensione di questo settore”, conclude il CEO di Ak Esports. lb/AGIMEG