Un numero di punti vendita ormai stabilito e che quindi garantisce i futuri investimenti, ma anche principi e non obblighi, leggi regionali da riscrivere, o quantomeno da mettere a punto, due gare che vengono rimandate da tempo e la percezione del gioco da ribaltare completamente. Sono i cardini su cui si muoverà il settore dei giochi nell’immediato futuro e che emergono nelle interviste al sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e all’AD di Snaitech, Fabio Schiavolin, raccolte da Agimeg a margine della presentazione del Rapporto di Cittadinanza del gruppo milanese.
Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia
Adesso dovete riprendere i negoziati con le Regioni per mettere in pratica l’accordo. Avete già convocato i tavoli paralleli e come procederete?
Non sono ancora iniziati, ma lo faremo entro il 31 ottobre. Possiamo procedere con tutte le Regioni, come fatto finora. L’Amministrazione farà un’ipotesi e poi la valuteremo
Si aspetta delle resistenze?
Sì, c’è una rimodulazione che va interpretata e maturata, ma sono fiducioso. Ci sono le condizioni per una discussione innovativa
A quel punto le regioni dovranno modificare le proprie leggi…
Dovranno adeguarle, non necessariamente modificarle… alcune potranno confermarle, altre dovranno ripensarle. Anche nelle regioni però c’è un’articolazione di opinioni. Dobbiamo entrare nell’ottica del gioco come normalità, a quel punto anche le scelte operative non proibizioniste seguiranno di conseguenza.
Ci sono due gare in sospeso da oltre un anno. Arriveranno subito dopo il 31 ottobre, quindi quando il quadro normativo a livello regionale non è ancora definito?
La fissazione del numero complessivo dei punti gioco già rappresenta un riferimento importante. Determineremo Regione per Regione quante saranno le concessioni, a quel punto il numero sarà determinato e non ce ne saranno di meno.
Gli operatori faranno a gara per aggiudicarsi le zone più remunerative, come si sceglierà chi ne ha diritto?
Questi sono dettagli tecnici ancora da studiare. In ogni caso le concessioni varranno su base nazionale, chi le acquisirà potrà aprire il centro dalla Val d’Aosta alla Sicilia, anche gli operatori dovranno garantire un’equa distribuzione delle sale sul territorio.
In ogni caso gli operatori dovranno partecipare alla gara senza sapere se e come le Regioni interverranno sulle proprie leggi…
Quello che sapranno i concessionari è che ci saranno 10mila agenzie. Se entro il 31 ottobre decideremo anche la divisione regionale, gli operatori sapranno anche quello.
Ma non sapranno esattamente dove potranno aprire in ogni singola Regione…
È un aspetto che andrà visto.
Pensate a una gara breve, con concessioni di tre anni come il Monti?
Non lo so, penso che vada fatta a breve. Dobbiamo fare una discussione con l’Amministrazione per approfondire questi aspetti.
Fabio Schiavolin, AD di Snaitech
La gare delle scommesse verrà indetta con ogni probabilità prima che i quadri normativi regionali siano definiti. Che successo può avere questa gara?
È fondamentale capire come l’accordo verrà definito e scritto. Ritengo che i principi di equa distribuzione e del rispetto degli investimenti non siano in grado – anche insieme alla fissazione numero di punti vendita – di determinare una situazione che consenta agli operatori di aprire questi punti. Anche perché sono dei principi, non degli obblighi.
Cosa succederà secondo lei?
Le comunità hanno finora regolamentato il territorio introducendo distanze sempre più forti e liste dei luoghi sensibili sempre più ampie, hanno cercato insomma di espellere il gioco. Il dubbio è che l’accordo non possa essere implementato sul territorio, gli operatori a quel punto verrebbero ghettizzati. Inoltre, qualunque sia il principio che viene introdotto, deve essere applicato in maniera più uniforme possibile sul territorio. Non è pensabile che i concessionari si vengano a confrontare con quadri di volta in volta differenti.
E come inciderà tutto questo sulla vostra scelta di partecipare alla gara?
Inciderà sul calcolo che viene fatto in qualsiasi gara. Ogni azienda si basa sulla possibilità di sfruttare l’asset che si aggiudica. Una situazione del genere aumenterà sensibilmente il livello di competitività tra i vari operatori: si concentreranno nelle Regioni in cui la normativa locale è più permissiva. Ovviamente bisogna prendere in considerazione la quota di esercizi prevista, e questo lascia presumere che in talune Regioni la quota non venga raggiunta.
Parteciperete alla gara senza sapere esattamente come interverranno le Regioni?
È una forte limitazione. Per come è la situazione oggi, è molto complesso chiedere alle aziende di effettuare degli investimenti su una situazione che è ancora in divenire
Che ne pensa di una gara con delle concessioni brevi, proprio in attesa che si stabilizzi il quadro normativo regionale?
Può essere una soluzione. Ma bisogna considerare che la rete storica – in base alle attuali normative locali – è già a rischio.
Le storiche in sostanza non potrebbero riaprire nelle sedi che hanno adesso…
E la rete storica è quella che assicura il gettito allo Stato.
gr/AGIMEG