Conto alla rovescia in vista delle elezioni politiche in programma domenica 4 marzo, in un clima di campagna elettorale mai così infuocato e condito da colpi bassi per contendersi l’ultimo elettore. A cinque giorni dal voto, la lavagna dei bookmaker è in continua evoluzione e nelle ultime ore ha registrato cambiamenti significativi. La coalizione di centrodestra, guidata da Berlusconi, si conferma l’ipotesi preferita dai quotisti per la vittoria finale, anche se meno scontata rispetto a qualche settimana fa, mentre scala posizioni il PD targato Renzi, che vede crescere la propria base votanti e va ad insidiare il Movimento 5 Stelle. La coalizione del centrodestra è la prima scelta dei bookmaker, che pagano la loro vittoria al doppio della posta giocata (dal precedente 1,90). Occhio però al M5S che si avvicina passando da 2,30 a 2,10 mentre il PD scende da 2,80 a 2,70. Fuori dai giochi, almeno per i bookie, Liberi e Uguali di Grasso (una loro affermazione vale 75 volte la somma puntata). Ma è sulle preferenze che il centrodestra otterrà alle urne che si gioca la partita dei quotisti.
I sondaggi sono ancora dalla parte di Berlusconi e l’ipotesi che la coalizione raggiunga una quota compresa fra il 34% e il 37% è la più probabile, a 1,60. Si sale a 2,50 per una percentuale di voti compresa fra il 37% e il 39%. Dal 39% al 41% i bookmaker pagherebbero 3,30 volte la posta giocata. Infine una coalizione del centrodestra al 45% pagherebbe 12,00. Per il Movimento 5 Stelle i quotisti prevedono un bacino elettorale tra il 25% e il 27%, ma non così scontato come in precedenza (passato infatti da 1,60 a 1,80). A 3,50 l’arrivo tra il 27% e il 29%, mentre dal 29% al 33% è un’opzione che vale 5 volte la somma puntata. Taglio in quota invece per una percentuale superiore al 33%, passata da 25,00 a 10,00. Infine la coalizione di centrosinistra di Renzi: se prima viaggiava fra il 23% e il 25% (a 1,60) ora la quota è salita a 2,50, mentre è scesa quella della fascia tra 25% e 27% (ritenuta quindi l’ipotesi più probabile dai bookmaker) passata ad 1,70 contro il precedente 3,30. Superare il 32% si conferma al momento un’impresa impossibile anche per Renzi, ipotesi offerta a 25,00 volte la posta. lp/AGIMEG