Paolo Gioacchini (Amm. Unico GMG games) ad Agimeg: “Informazione, prevenzione e formazione le tre parole chiave per fare squadra e apportare i giusti correttivi”

Nel suo viaggio attraverso le eccellenze italiane del gioco, Agimeg ha fatto tappa alla GMG Games di Ancona, storica azienda del settore. Paolo Gioacchini, amministratore unico di GMG Games: “L’azienda è stata fondata circa 54 anni fa da mio padre e mi posso ritenere figlio d’arte. Da sempre la nostra azienda si è occupata della fornitura degli apparecchi da intrattenimento dei pubblici esercizi. Ovviamente, abbiamo vissuto tutta l’evoluzione del mercato che è nato con i biliardini e flipper elettromeccanici e grazie alla tecnologia e ai vari cambiamenti normativi siamo arrivato ai giorni nostri. Proprio sulla scia di questa evoluzione nel 2007 abbiamo avviato anche un’altra società, la GMG Service srl, che con il nome commerciale Gplanet ad oggi ha aperto 14 gaming hall. Di queste 9 sono esercizi dedicati all’offerta di gioco con vincita attraverso awp e vlt, 4 sono agenzie di scommesse e una con soli apparecchi da puro intrattenimento. Tutti i locali hanno un servizio di somministrazione e il personale che opera al loro interno sono collaboratori della GMG Service”.

Gli spazi della GMG Games, ospitano anche gli uffici di R.E.I – Rete Egida Italia ovvero il soggetto giuridico autonomo e indipendente, fondato nel 2015 sul contratto di rete, di cui Paolo Gioacchini ne è il presidente. Questa forma di aggregazione risale al 2015 e ad oggi risulta essere l’unica Rete di Impresa del settore e costituisce una valida forma di aggregazione tra gestori di apparecchi.

Entrando in GMG Games si respira un’aria di familiarità abbinata a cortesia e professionalità, il tutto all’interno di spazi eleganti e funzionali. All’ingresso si percepisce immediatamente la grande attenzione verso le misure anti contagio. Oltre a termo scanner, mascherine, gel per la sanificazione, c’è addirittura un tappetino che permette l’igienizzazione delle scarpe (cosa non prevista da nessun protocollo, ma che testimonia come questo tipo di aziende siano attente nel dettaglio alle misure di contenimento del Covid-19, cosa che non avviene in altre attività invece regolarmente aperte ndr).

Paolo Gioacchini ci tiene a sottolineare l’importanza della giornata: “La diretta con Agimeg è l’occasione giusta per presentare al pubblico il progetto GiocondaBet, ovvero il nome con cui è stata chiamata la nuova concessionaria di Stato (la n. 15459) con la quale verrà fatta raccolta di gioco attraverso il canale telematico. E’ un progetto su cui stiamo investendo tanto sia in termini di risorse finanziarie che umane. Quasi tutto il personale amministrativo attualmente impiegato presso la sede di GMG Games è dedicato a questo importante e ambizioso progetto. Progetto che prenderà forza grazie all’ingresso di altri operatori. Diventare Partner di Giocondabet rappresenta l’opportunità di valorizzare la propria clientela, tutelarla dalla concorrenza e di ampliare la propria offerta di gioco in linea con l’evoluzione delle richieste dei giocatori. La nostra “testimonial virtuale”, una Monna Lisa rivisitata in chiave moderna, è stata realizzata a mano libera con tecniche tradizionali da Francesco Lo Storto, docente dell’accademia del fumetto di Roma. Devo dire che vederla nascere giorno dopo giorno, o meglio, bozza dopo bozza, è stato anche emozionante”. Entrando su Giocondabet.it si viene infatti subito colpiti dalla grafica molto particolare e che fa da porta d’ingresso ad un’offerta online davvero già molto completa. “Oggi apriamo le porte a tutte quelle persone che finora hanno lavorato sull’offerta di giochi nei punti fisici a terra per accompagnarli alle nuove sfide”, spiega ancora Paolo. “La nostra strategia commerciale prevede una filiera molto corta, formata solo dal concessionario, dal business partner e dall’esercizio. Il concessionario è quello che guadagna meno perché si è voluto lasciare più marginalità per la parte “a valle” della filiera. Cerchiamo partner che vogliono mantenere un ruolo da protagonista a prescindere dai cambiamenti del mercato. Su GiocondaBet.it c’è un modulo che il gestore potrà compilare per richiedere informazioni. Le candidature passeranno al vaglio del CdA per le opportune verifiche, poiché saremo molto attenti a non compromettere la credibilità conquistata nel corso degli anni. Il concessionario si è dotato di un Codice Etico la cui sottoscrizione e rispetto sono obbligatori per tutti i partner. All’interno di esso risultano evidenti la vision e i valori ai quali si sono sempre ispirati i suoi fondatori, primi fra tutti la legalità e la correttezza.

Nel corso della diretta è intervento anche il fondatore di GMG Games, Mario Gioacchini:“Abbiamo festeggiato recentemente 54 anni dalla fondazione dell’azienda partita con i biliardini e i flipper e che oggi, sotto la guida dei miei figli Paolo, Fabio e Silvia, è diventata una realtà importante e consolidata. Nonostante io sia ormai fuori dall’attività quotidiana, vengo spesso qui perché sono legato a quello che ho creato e sono orgoglioso che oggi i miei figli stiano dando continuità a tutto questo. Inutile nascondere anche un po’ di preoccupazione per l’attuale situazione e per il perenne clima d’incertezza che contraddistingue il settore dei giochi”.

Anche Silvia Gioacchini era presente in azienda ed ha sottolineato che: “Proviamo una profonda malinconia a vedere l’azienda chiusa. Il settore del gioco è stato il primo a chiudere e l’ultimo a riaprire. E non si può fare a meno di pensare che spesso il gioco venga criminalizzato ingiustamente, molti ne parlano senza conoscere veramente il settore. Si ha l’impressione che chi lavora in questo settore venga considerato un lavoratore di serie B. Diverse misure per prevenire la diffusione del Covid le abbiamo adottare prima che diventassero obbligatorie – del resto siamo stati i primi a organizzare un corso di formazione del personale in sala per aiutare i soggetti a rischio – perché il nostro obiettivo è quello di assicurare il benessere del giocatore in sala”.

Sulla questione interviene anche Paolo Gioacchini, che ricopre anche la carica di vice presidente di As.Tro: “Facciamo i corsi di formazione del personale di sala fin dal 2013 e siamo stati i primi in Italia a metterli tra le procedure aziendali. Con questi corsi abbiamo formato centinaia dei nostri collaboratori sia dal punto di vista della normativa di settore che per ciò che attiene agli strumenti di individuazione dei giocatori a rischio e alle “tecniche” dissuasive attuabili nei loro confronti. Solo negli ultimi anni è stata compresa la validità di tali corsi (anche ai fini di contrasto al gioco problematico) e sono diventati obbligatori in molte regioni”. E ancora, “Con Astro nel 2008 abbiamo redatto e poi appeso in tutti i locali forniti il “decalogo del giocatore responsabile” e , l’anno successivo, abbiamo autoprodotto e distribuito agli esercenti la rivista Infogaming, una pubblicazione mensile studiata per i pubblici esercizi il cui obiettivo era informare sui rischi del gioco eccessivo e dell’offerta di prodotti illegali. Nei fatti, a conferma della nostra sensibilità verso certe problematiche nonché della ferma volontà di provare a risolverle, abbiamo anticipato il legislatore di 10 anni”.

La parola passa a Cristiana, responsabile dell’amministrazione e da 30 anni in azienda: “Siamo demoralizzati e veniamo a lavorare per gli adempimenti necessari. Fortunatamente lavoro in questa azienda da tanti anni ed è un’azienda che ha vinto tante sfide ed è sempre stata in grado di rinnovarsi nel tempo e lo sta facendo anche adesso con GiocondaBet che è una speranza per andare avanti. Purtroppo, la pandemia ci ha penalizzato facendoci chiudere per primi e a riaprire saremo probabilmente gli ultimi. Quello che poi desta tante preoccupazioni sia a me sia ai miei colleghi sono le leggi regionali e comunali proibizioniste che non portano a benefici contro la ludopatia, ma solo incertezze sull’occupazione”.

La questione si sposta poi sul divieto di pubblicità e sponsorizzazione, inserito nel Decreto Dignità, da parte delle aziende che si occupano di gioco pubblico. “Nel corso degli anni abbiamo dati una grandissima mano, quando si poteva, a squadre delle categorie dilettantesche – evidenza l’amministratore unico di GMG games – Questo è un altro dei grandissimi danni provocati dal proibizionismo contro il gioco ed a farne le spese sono tante piccole società e tanti giovani che non potranno più fare sport”

La parola poi passa a Pasquale, responsabile risorse umane della GMG Games: “Un’azienda è costituita dalle persone. Ritengo che la nostra attività produttiva è molto importante poiché l’intrattenimento fa parte dell’uomo, quindi è necessario che il settore riparta e coloro che fanno parte del comparto non devono essere sviliti dalla politica”.

Come detto, la diretta con Agimeg è stata anche l’occasione per lanciare Giocondabet.it: “Abbiamo puntato sull’italianità, sulla Gioconda, una figura femminile rassicurante, che ispira fiducia” – aggiunge Gabriele, che per GMG si occupa della gestione rischio –  “stiamo sfruttando l’esperienza maturata nelle scommesse a terra. Sappiamo quello che il giocatore vuole e tra i nostri punti di forza ci sono un palinsesto molto ampio e delle quote decisamente interessanti. Cerchiamo di ritagliarci questo spazio con il prodotto, serietà e la nostra esperienza”.

Passando alla situazione attuale, Paolo Gioacchini bolla come “ideologica e strumentale” la decisione di chiudere la raccolta di gioco attraverso la rete fisica più di tutte le altre attività commerciali. “Leggendo l’ultima relazione del CTS mi viene facile pensare che chi l’ha scritta non sia mai entrato in una gaming hall. L’approccio nei nostri confronti non è legato solo ai rischi pandemici, ma anche a qualcos’altro. Spesso ho il dubbio che chi legifera a vario titolo sul nostro settore (enti territoriali compresi) ha anche una scarsa sensibilità verso il giocatore, compreso quello con delle patologie legate al gioco compulsivo. Il dubbio sorge perché molte delle norme applicate, in particolare i c.d. distanziometri e le fasce orarie di funzionamento ad “intermittenza”, non sono di aiuto, anzi, producono un effetto contrario rispetto a quello per cui vengono concepite. Chiunque si occupi di dipendenze (penso ad esempio alla dottoressa Sarah Viola recentemente entrata nel centro studi Astro) sa che è assurdo anche solo pensare che il giocatore problematico non si sposti di 500 metri per soddisfare la sua esigenza (peggio ancora se è una “dipendenza”). Altrettanto assurdo è pensare che il giocatore che non ha un offerta di gioco legale per soddisfare la sua domanda non si rivolga a “forme alternative” e spesso illegali. Recentemente questa tesi è stata sostenuta da autorevoli persone come il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Marcello Minenna.

Gli operatori del settore e le associazioni di categoria sono i primi a confermare che il problema del gioco patologico esiste. Probabilmente non nelle dimensioni che spesso vengono palesate sulla base di stime e non su numeri attendibili ma, a prescindere, va affrontato. Per farlo bene occorrerebbe mettere in atto delle sinergie con tutti gli attori della filiera (molti dei quali a diretto contatto con i giocatori). Servono interventi che aiutano ad arginare il fenomeno GAP ma, al tempo stesso, non compromettono un settore autorizzato dallo Stato, che fa da argine alla criminalità organizzata, crea posti di lavoro e genera un gettito erariale importante. Quello che sta accadendo in regione Piemonte e quello che potrebbe accadere in altri territori compreso quello marchigiano, fa molto riflettere: a causa della pandemia mondiale stiamo vivendo un periodo terrificante dal punto di vista sanitario, sociale ed economico le cui ripercussioni saranno terribili in particolare sotto l’aspetto occupazionale e il dibattito che si sta tenendo in diverse zone d’Italia sembra non considerare le migliaia di lavoratori che rischiano di rimanere disoccupati per motivi non legati al COVID. E’ auspicabile che si trovi un punto di equilibrio tra libertà d’impresa e la salute dei cittadini. Quello di risolvere le criticità del settore è obiettivo comune e serve solo la volontà e l’umiltà di confrontarsi. Le associazioni chiedono, infatti, solo di essere ascoltate e coinvolte. Senza un dialogo continuo e propositivo con la politica si rischia di cancellare un intero settore industriale solo per ignoranza (nel senso letterale del termine). Per riuscirci è essenziale far conoscere il settore al mondo politico e istituzionale il quale dovrà rendersi conto che ci sono imprenditori che investono e lavoratori. Io credo fermamente che informazione, prevenzione e formazione siano le tre parole chiave sulle quali assieme si possa fare squadra e apportare i giusti correttivi”.

Nel corso della diretta ci sono stati anche importanti momenti di riflessione. Il primo su una frase che fa bella mostra di sé all’interno dell’azienda: “Quando soffiano forti i venti del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento”. Si tratta di un antico proverbio cinese che indica come di fronte alla possibilità del cambiamento c’è chi scappa, spaventato dall’incertezza e chi invece sceglie di accoglierlo come momento importante, come una forza difficile da contrastare ma che possiamo decidere di sfruttare a nostro favore. Un concetto che la GMG games ha dimostrato di seguire nel corso degli anni, facendo del cambiamento una opportunità per l’azienda. Il secondo è quando, dopo l’intervento del responsabile delle risorse umane, Paolo Gioacchini ha avuto un pensiero per gli oltre 80 lavoratori della GMG Games e GMG Service che sono in cassa integrazione dall’ottobre scorso, pensiero che è sfociato in una emozione palpabile. Negli occhi lucidi di Paolo c’erano tutta quella grande umanità e signorilità che sono uno dei tratti distintivi della famiglia Gioacchini. ff/AGIMEG