Dossier Manovra: “Spesa di 4,7 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024 al fine di garantire la funzionalità degli impianti ippici attivi”. I dettagli

Nel testo della Manovra, che ha ricevuto il via libera della Camera, sono comprese anche misure riguardanti le funzionalità degli impianti ippici.

“L’articolo 1, commi 441-442, introdotto durante l’esame parlamentare, è volto ad autorizzare la spesa di 4,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 al fine di garantire la funzionalità degli impianti ippici attivi, nonché al fine di consentire l’utilizzo delle relative strutture da parte del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per le proprie finalità istituzionali”.

E’ quanto si legge nel Dossier del Servizio Studi di Camera e Senato in riferimento alla Manovra.

“L’articolo è volto ad autorizzare la spesa di 4,7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024 al fine di garantire la funzionalità degli impianti ippici attivi, nonché al fine di consentire l’utilizzo delle relative strutture da parte del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste per le proprie finalità istituzionali con conseguente ridefinizione degli obblighi in capo alle società di corse.

I criteri di riparto delle risorse tra gli impianti ippici attivi, con conseguente ridefinizione dei rapporti mediante accordi sostitutivi sono stabiliti con decreto del Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Si osserva che la disposizione in esame non prevede il termine temporale entro il quale deve essere adottato il decreto ministeriale che prevede i criteri di riparto delle risorse tra gli impianti ippici attivi.

Si ricorda che la legge di bilancio 2022 (L.n. 234/2021) all’articolo 1, commi 870-871, ha istituito un fondo di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 al fine di garantire il funzionamento degli impianti ippici di recente apertura. I criteri di riparto delle risorse tra gli impianti ippici aperti nel 2021 sono stabiliti con decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (ora MASAF)”, conclude. cdn/AGIMEG