Divieto pubblicità gioco e aumento tassazione, Tino (Betsson Group): “Un ulteriore prelievo potrebbe portare le società di scommesse a rinunciare agli investimenti sullo sport”

La riforma del calcio italiano, attualmente in discussione in Senato, potrebbe ridisegnare il rapporto tra lo sport e il settore delle scommesse. Da un lato, la revisione del decreto Dignità permetterebbe il ritorno delle sponsorizzazioni degli operatori del betting, sbloccando risorse per circa 100 milioni di euro all’anno a favore dei club. Dall’altro, il settore si trova ad affrontare un aumento della pressione fiscale, con il nuovo bando per le licenze di gioco online che prevede un costo di 7 milioni di euro per operatore, rispetto ai 200 mila euro richiesti in passato, e un incremento della Gaming Tax dal 25% al 28,5%.

Secondo quanto dichiarato a Milano Finanza da Stefano Tino, managing director Italia di Betsson Group (di cui fa parte anche il marchio StarCasinò), c’è preoccupazione per le possibili conseguenze di ulteriori aggravi fiscali sul settore: “Un ulteriore prelievo potrebbe porre le società di scommesse davanti a un bivio: investire nello sport e nel calcio ma vedere erosa ancor di più la propria marginalità oppure rinunciare a investimenti non più sostenibili nel mondo dello sport”.

Tino ha inoltre sottolineato la necessità di una regolamentazione chiara per il settore: “Serve assolutamente normare la pubblicità delle scommesse nel mondo dello sport, che è un veicolo chiaramente di massa, ma anche informare ed educare i cittadini”.

Infine, ha evidenziato come le nuove imposte possano avere un impatto diretto sulle strategie aziendali: “Quando ci sono riduzioni di margine non controllabili (come ad esempio le imposte) a bilancio, la prima voce che potrebbe subire riduzioni è tendenzialmente il marketing”. In questa direzione, Betsson ha già avviato iniziative di gioco responsabile, collaborando con associazioni specializzate e università per contrastare la ludopatia. lp/AGIMEG