Maxipenali, Hbg e Global Starnet tornano alla Corte dei Conti per la revocazione delle condanne

Torna alla Corte dei Conti la questione delle maxipenali delle newslot. Domani verrà discussa una nuova udienza per il giudizio di revocazione delle condanne disposte in appello nei confronti di Hbg e Global Starnet (rispettivamente 72 e 335 milioni di euro).

La vicenda inizia nel 2004, quando le dieci concessionarie vengono incaricate di allestire la rete delle newslot, le macchinette che si trovano anche nei bar e nelle tabaccherie. La rete viene ultimata di fatto solo nel 2007, circa tre anni dopo i termini previsti. La Corte dei Conti avvia così un procedimento contestando il danno erariale subito dallo Stato, inizialmente la Procura avanza un conteggio stratosferico, 90 miliardi di euro, che subito innesca una scia mediatica. In primo grado la Corte commina condanne per 2,5 miliardi. In appello la maggior parte delle concessionarie si serve di una sanatoria per chiudere la vicenda (pagano il 30% delle condanne subite, in totale oltre 400 milioni più gli interessi). Hbg e Global Starnet (all’epoca Bplus) invece proseguono nel giudizio, e la Corte riduce le sanzioni disposte in primo grado. Per la Global si passa da 845 a 335 milioni ; per Hbg da 200 milioni a 72 milioni.

Le due avviano quindi un giudizio per la revocazione delle sentenze d’appello, e ottengono dapprima la sospensione della condanna, e poi un nuovo regolamento di giurisdizione (ne era stato già disposto uno nel 2009). Sulla questione infatti – nel corso degli anni – si sono pronunciati anche i giudici amministrativi e il Consiglio di Stato nel dicembre 2010 aveva assolto le compagnie riconoscendo che il progetto prevedesse la creazione di una rete senza paragoni nel mondo, allestita per la prima volta in via sperimentale. Ritardi e imprevisti, insomma, erano inevitabili. La Cassazione però a maggio scorso ribadisce che i due procedimenti interessano ambiti differenti. Quello amministrativo riguarda l’applicazione delle penali previste dalle concessioni, quello contabile invece il danno erariale causato allo Stato con il mancato controllo del gioco lecito. La rete delle slot serviva infatti a “rendere trasparente anche ai fini fiscali l’esercizio concreto del gioco”, e “a prevenire e combattere la ludopatia”. Questi obiettivi però sono stati vanificati almeno in parte dai ritardi, lo Stato quindi ha “fornite risorse pubbliche, così inutilmente sprecate”. gr/AGIMEG