L’Osservatorio Cyber di Crif ha rivelato – nel suo ultimo aggiornamento – che gli indirizzi mail, numeri di telefono, password e codici fiscali sono i principali dati che hanno subito un attacco informatico. A questo proposito, il numero degli alert riferiti a dati rubati rilevati sul dark web è stato di 1,8 milioni nel 2021, in crescita del +57,9% rispetto all’anno precedente. Mentre gli avvisi di attacchi inviati con riferimento a segnalazioni sull’open web, cioè la normale rete, sono stati oltre 150 mila (+16,4% rispetto al 2020). E’ quanto si legge su ItaliaOggi.
Il tema della cybersicurezza sta diventando sempre più importante e nel PNRR sono previsti investimenti per 623 milioni di euro per rafforzare le difese del nostro paese che è il sesto più colpito al mondo da attacchi informatici, dietro solo a Usa, Russia, Francia, Germania e Regno Unito.
I motivi che spingono questi attacchi hacker sono svariati: si va dai tentativi di entrare negli account delle vittime all’uso dei servizi in modo abusivo, o anche per estorcere o rubare denaro. “Da un lato i criminali informatici adottano stratagemmi sempre più sofisticati e fantasiosi per carpire dati, password e codici bancari e delle carte di credito”, dice Beatrice Rubini (executive director di Crif) ad ItaliaOggi, ”ma troppo spesso il loro operato è facilitato dal fatto che i consumatori non sempre adottano adeguate forme di tutela. Nello specifico, non è sufficiente impostare password sufficientemente complesse ma è anche necessario aggiornare regolarmente il sistema operativo e i programmi utilizzati, installare un antivirus e fare un backup completo dei dati per evitare di perderli in caso di rottura del disco fisso o di furto o smarrimento del dispositivo”.
Se quelli ritrovati sul dark web sono per la maggior parte account email personali, si nota però una certa accelerazione sul fronte delle violazioni sugli account business, che toccano il 22,0% del totale. Relativamente ai dati delle carte di credito, quasi sempre oltre al numero sono presenti anche cw (il codice di sicurezza a 3 cifre presente sulle carte) e data di scadenza (nell’88,7% dei casi) e nel 72,5% dei casi si ritrova anche il nome e cognome del titolare, un’occorrenza quest’ultima m forte crescita rispetto al 2020. Anche l’abbinamento di nomi e cognomi con i numeri di telefono ha registrato una forte crescita, giungendo al 47,1% nel 2021. Lo scorso anno, inoltre, ci sono stati sul dark web molti scambi di credenziali di account compromessi. In tal caso, i profili legati ai siti di intrattenimento (soprattutto giochi online e di dating) sono maggiormente esposti alla sottrazione di dati personali (48,6%). Un fenomeno spinto anche dal fatto che gli e-sport (giochi online a livello competitivo e organizzato) sono in costante crescita e le piattaforme richiedono abbonamenti a pagamento, da cui deriva il rischio di perdite economiche per le vittime. Al secondo posto, si trova il furto degli account di forum e siti web (22,9%). Seguono i servi zi streaming (15,5%) con, anche in questo caso, conseguenze economiche dirette per le vittime.
In Italia la fascia di popolazione maggiormente colpita è quella di età compresa tra 41 e 50 anni (26,4%), a seguire i 51-60enni (25,6%) e gli over 60 anni (24,8%). Si tratta nel 63,8% dei casi di uomini; l’area con il maggior numero di persone allertate è il centro (37,3%), seguito dal Sud (26,7%), dal Nord Ovest (21%), e dal Nord Est (15%). Le regioni in cui si registrano più alert sono il Lazio (21,6%), la Lombardia (12,8%) e la Campania (8,2%), seguite da Sicilia ed Emilia Romagna (entrambe con il 7,3%). lp/AGIMEG