“Ridurre il numero degli apparecchi da gioco? Potremmo essere d’accordo, ricordando che l’Associazione Nazionale Sapar fu la prima rappresentanza di settore a manifestare perplessità sull’eccessivo allargamento dei parametri numerici di installazione stabiliti nel 2009, effettuato dall’Aams nel corso del 2011. Però non si può procedere con una decimazione tout court, come se si trattasse di una mera azione punitiva. Qualsiasi intervento in tale direzione dovrà tener conto innanzitutto della necessità di salvaguardare il sistema del gioco lecito, l’unico che può garantire i consumatori e la tutela dei minori nonché le migliaia di aziende di settore che hanno contribuito a costruire un mercato d’eccellenza, sia sotto il profilo dell’operatività che della legalità, garantendo occupazione e investimenti.”
Così il Presidente Sapar Raffaele Curcio, Associazione Nazionale che rappresenta e tutela circa 1.500 fra aziende di gestione e costruzione di apparecchi da intrattenimento, replica alle dichiarazioni rese dagli esponenti di altre associazioni al Corriere della Sera, edizione Lombardia, che oggi le ha riportate in un articolo dal titolo sin troppo eloquente “Pronti a togliere centomila slot”.
“E’ inaccettabile e strumentale – prosegue Curcio – che sia sempre e solo il comparto degli apparecchi a fare da capro espiatorio nel diffusa offerta di gioco italiana, ad esempio sembra che sfugga all’opinione pubblica e agli stessi Comuni che sul territorio vi sono offerte di gioco online, scommesse e apparecchi illegali, prive di qualsivoglia autorizzazione, che si moltiplicano ogni giorno, sulle quali non si può esercitare nessuna forma di controllo nè dal punto di vista della tutela dei giocatori nè del controllo sui minori, come la Sapar stessa ha denunciato in un documento recentemente inviato ai Comandi della Guardia di Finanza.”
“Non solo, per giungere ad un presidio sempre più efficace del territorio, abbiamo sempre cercato la collaborazione con tutte le autorità di controllo e con l’Anci, con la quale abbiamo promosso e sottoscritto un protocollo d’intesa, nel quale è confluita anche Sistema Gioco Italia. Ma alla base di tutto non vi deve essere divieto o proibizionismo, la battaglia contro l’illegalità e gli eventuali disagi che provengono dal gioco sono l’educazione, la prevenzione e il controllo, e su questo fronte i Comuni potrebbero fornire una preziosa collaborazione, utilizzando anche l’apporto costruttivo degli operatori del gioco lecito, qualora fossero sostenuti finanziariamente, magari attraverso un fondo ricavato dalle entrate dai giochi, come noi sosteniamo da tanto tempo. Certamente inutile, anzi, dannoso per tutti, andare avanti con questo braccio di ferro con le Amministrazioni, mentre altre forme di illegalità proliferano indisturbate.” lp/AGIMEG