Entro 120 giorni l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Mef e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio dovranno depositare in Corte Costituzionale una “relazione informativa sul concreto assetto di mercato della raccolta del Bingo, con particolare riferimento ai profili economici-finanziari relativi alla genesi e all’applicazione” della norma – contenuta nella legge di Bilancio 2018 – che eleva a 7.500 euro al mese il canone per la proroga delle concessioni del bingo. Lo chiede la Corte Costituzionale che il 26 febbraio scorso ha discusso i ricorsi appunto sull’eccessiva onerosità della proroga. In sostanza la Corte sembra voler appurare la redditività delle sale da bingo – anche in considerazione delle varie zone in cui operano – e la durata della proroga. La misura serviva infatti a allineare la scadenza delle varie concessioni, in modo da indire un’unica gara per il rinnovo; ormai però sembra essersi trasformata in una misura definitiva visto che il bando subisce continui rinvii. In sostanza la Consulta chiede alle Amministrazioni di produrre una “analisi economico-finanziaria sulla raccolta del bingo e sull’operatività dei concessionari nel periodo precedente all’adozione della disposizione censurata, specificando il numero dei concessionari alla data di entrata in vigore della stessa, il numero dei soggetti che hanno aderito alla proroga tecnica, il numero di concessioni attualmente operanti in proroga tecnica” e la “redditività media delle attività imprenditoriali oggetto delle concessioni in proroga nel periodo compreso tra il 2013 e il 2018”; “l’entità degli scostamenti da tale redditività media, anche in funzione delle diverse aree del territorio”; la “incidenza percentuale degli importi dovuto dai concessionari in base alla disposizione censurata rispetto alla redditività media”; e infine lo “stato di avanzamento della procedura selettiva delle nuove concessioni”. gr/AGIMEG