In Quarta commissione, presieduta da Claudio Cia (Fdi), del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento si è svolta oggi pomeriggio l’audizione del Sapar, l’associazione nazionale gestori gioco di Stato e ancora una volta il tema è stato quello del termine del 12 agosto, fissato dalle legge provinciale 13 del 2015, dopo il quale le sale di gioco dovranno essere ad almeno 300 metri dai luoghi sensibili, come scuole, centri anziani o giovanili o luoghi di culto.

Paolo Zanella (Futura) ha ricordato che siamo al settimo anno dall’introduzione della legge e quindi gli operatori avrebbero potuto organizzarsi. La Giunta, ha continuato, probabilmente concederà la proroga, ma non si può dimenticare che allontanare le sale dai luoghi di incontro di giovani e anziani serve a contenere il gioco patologico.
Mara Dalzocchio, capogruppo dalla Lega, ha detto di comprendere l’intervento del Sapar perché la questione è delicata e implica problemi molto seri. L’esponente leghista ha chiesto, inoltre, se ci sono segnali di un incremento del gioco illegale. Mentre Claudio Cia ha ricordato che il proibizionismo rischia di creare problemi ancora più gravi e che in Parlamento, in queste ore, si sta discutendo il testo unico sul gioco. Quindi, ha concluso, non si può distruggere un settore che ha già perso cento posti. Lavoratori che, nonostante le promesse dei sindacati, non hanno ancora trovato una nuova occupazione.
L’assessore Failoni ha ricordato che il sottosegretario Freni (Mef) ha inviato una lettera al presidente della Regione Friuli – Venezia Giulia, Fedriga con la quale ha reso noto che il Governo vuole intervenire a breve sul gioco. C’è, ha aggiunto l’assessore, questa spada di Damocle di agosto, ma la Giunta troverà una soluzione nell’assestamento.
Distante ha chiuso il suo intervento sottolineando come la chiusura delle sale non comporterà l’interruzione completa del gioco, visto che in altre attività verrà proposto (ad esempio, Lotto, Gratta e Vinci, etc.). Questo fatto comporta una disparità che penalizza le imprese che hanno investito, i lavoratori ed in generale le sale che sono in prima linea per il controllo del territorio e della prevenzione delle ludopatia. A questo punto perché chi ha deciso di colpire il settore degli apparecchi da intrattenimento non interviene chiudendo tutte le attività che offrono gioco, assumendosene tutte le responsabilità?
Il gioco controllato, ha aggiunto Alberini, è sempre più sano di quello non controllato e illegale la cui crescita non fa notizia. cdn/AGIMEG