Consiglio di Stato, in decisione l’opposizione di Sogei alle sentenze che annullano le minipenali

Consiglio di Stato, sono stati mandati in decisione due ricorsi per opposizione intentati da Sogei contro le sentenze – con cui gli stessi giudici di Palazzo Spada annullarono le cosiddette “minipenali” (ovvero quelle calcolate dai Monopoli in seguito alla revisione delle convenzioni, e che ammontavano complessivamente a circa 30 milioni di euro) chieste a Hbg e Snai. Il Consiglio di Stato, in quelle pronunce, affermò che le concessionarie non potevano essere ritenute responsabili per i ritardi, una rete come quella delle newslot veniva allestita per la prima volta in via sperimentale e non era mai stato realizzato un progetto simile in nessun paese al mondo. Sogei – che non era parte in causa – ha impugnato le pronunce, ritenendo potessero adombrare una sua responsabilità dal momento che in qualità di partner tecnologico dei Monopoli aveva progettato la rete.  La Quarta Sezione si è già pronunciata sull’opposizione di Sogei – discutendo le sentenze pronunciate nei confronti di altre concessionarie – e a gennaio scorso ha respingendo il ricorso del partner tecnologico dei Monopoli. Le sentenze sulle penali – spiegavano i giudici – non contengono “alcuna affermazione riconducibile ad una pretesa responsabilità della Sogei nella causazione del preteso ritardo nell’attivazione della rete telematica e, dunque, nel conseguente inadempimento delle obbligazioni nascenti dalla convenzione”. E ancora, l’oggetto dei giudizi originari erano “provvedimenti sanzionatori e la legittimità (o meno) dei medesimi, e non già l’accertamento della responsabilità per il ritardo e dunque per l’inadempimento di obbligazioni, tanto meno coinvolgente soggetti terzi”. Di conseguenza, “il giudicato, formatosi su una sentenza conseguente ad esercizio dell’azione di annullamento, non contenendo statuizioni accertative di responsabilità, non si presenta, nemmeno potenzialmente, lesivo di posizioni giuridiche dell’attuale ricorrente, né rende suscettibili di passare in giudicato statuizioni avverso le quali unico rimedio esperibile potrebbe (astrattamente) essere il ricorso in opposizione di terzo”. La stessa Sogei, del resto, non aveva contestato “specifiche affermazioni contenute in sentenza (coperte da giudicato), lesive di proprie posizioni giuridiche soggettive”, ma proponeva “in sostanza – il ricorso in opposizione avverso la detta sentenza, per l’ipotesi in cui la stessa possa essere eventualmente letta nel senso di contenere un (presunto) accertamento di sua responsabilità”. rg/AGIMEG