Le segreterie nazionali della Cgil FP, della Cisl Fp e della UilPA hanno rivolto al Ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan una richiesta di incontro relativa alle problematiche più rilevanti che investono il personale del Ministero e che ineriscono il mondo del fisco con particolare riferimento alle Agenzie Fiscali.
“Il decreto legislativo 300/99, – si legge nella nota – con il quale sono state istituite le Agenzie Fiscali, assegna infatti alla Sua responsabilità, l’Alta Vigilanza su tutti gli atti di carattere generale che regolano il funzionamento delle stesse Agenzie. In merito si fa rilevare che: con la norma sulla spending review (legge 135/2012) è stata nei fatti indebolita la macchina organizzativa dell’amministrazione fiscale. Le misure contenute nella citata legge 135 , attraverso accorpamenti illogici e irrazionali (Agenzia delle Entrate con quella del Territorio e Monopoli con Agenzia delle Dogane) e altri interventi organizzativi, stanno peggiorando l’efficacia operativa delle Agenzie e quindi il contrasto all’evasione fiscale. Di conseguenza, mentre si cerca di contrastare l’evasione fiscale, le governance delle Agenzie Fiscali stanno procedendo on the job all’integrazione di due realtà organizzative totalmente diverse e incompatibili. Tutto questo ha consentito un risparmio immediato di appena 466.414 euro annui, pari cioè, agli emolumenti degli organi di gestione dell’agenzia soppressa; mentre è da escludere che si possano realizzare ulteriori risparmi dalle operazioni di razionalizzazione delle attività, trattandosi, come detto, di attività e missioni del tutto eterogenee. Insomma si sta verificando quel caos organizzativo, evidenziato per tempo dalle scriventi, che sta ingessando l’attività di strutture deputate ad una mission strategica per il Paese: la lotta all’evasione fiscale”.
Dal confronto con i modelli organizzativi degli altri Paesi europei non emerge inoltre analoga tendenza all’accorpamento di entrate e territorio né, tantomeno, dei giochi alle dogane. Per questo abbiamo colto con favore quanto contenuto nella legge delega sul Fisco che, in sostanza, delega appunto il Governo ad effettuare, entro due mesi dall’approvazione della norma, un “apposito monitoraggio in ordine allo stato della incorporazione dell’Agenzia del Territorio nell’Agenzia delle Entrate e dei Monopoli nella Agenzia delle Dogane disposto dal decreto legge 6/7/2012 n.95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7/8/2012 n.135” riferendo “alle Commissioni parlamentari competenti per materia anche in relazione ad eventuali modifiche normative”.
In tutto questo l’Agenzia delle Entrate sta portando avanti con determinazione un programma di riduzione di uffici territoriali, alcuni già chiusi, altri che chiuderanno nel 2014 per un numero totale di 58 uffici su 374 esistenti sul territorio nazionale. Le scriventi sigle hanno, da sempre, espresso la propria netta contrarietà a qualunque provvedimento di chiusura di uffici territoriali, stigmatizzando qualsiasi arretramento sul territorio sia in termini di controllo fiscale (accessi brevi, emanazione scontrini) che di servizi resi alla collettività (rilascio codici fiscali, registrazione atti immobiliari, etc.). Lo stesso risparmio, quantificato dall’Agenzia in nove milioni di euro, appare “parva materia” rispetto al disagio procurato ai cittadini utenti dei servizi resi dalle Entrate e in specie alla fascia di popolazione più anziana che ha meno familiarità con l’utilizzo dell’informatica, tanto quanto alla rinuncia al controllo fiscale dei territori interessati dalla chiusura degli uffici. cz/AGIMEG