La Cassazione conferma la condanna per tre uomini che si sono resi responsabili dell’appropriazione indebita di quasi 300.000 euro ai danni di una società di slot. “La condotta in ordine alla quale è intervenuta la condanna è consistita nell’avere essi fatto propria la somma di circa 292.000 euro, in loro possesso in virtù del rapporto di collaborazione riguardante la gestione, inclusi manutenzione e incasso, di slot machine installate in 21 esercizi commerciali. I ricorrenti deducono violazione dell’art. 606 co. 1 lett. e) e c) cod. proc. pen. per contraddittoria e illogica motivazione sulla ricostruzione fattuale appena operata e sulla responsabilità ritenuta per tutti e tre gli imputati a pari titolo. Il ricorso va dichiarato inammissibile. Nella specie, la Corte territoriale ha già in modo logico e consequenziale illustrato le ragioni per le quali la versione alternativa fornita dagli appellanti si è rivelata priva di riscontri oggettivi: 1) non è stata provata la manomissione di tutte le apparecchiature, e appare anzi non verosimile che tutte le slot machine
installate in ben 21 esercizi pubblici siano state contestualmente alterate; 2) i
tre uomini non hanno sollecitato il pagamento di somme ancora dovute dopo la
scadenza del contratto, a smentita della tesi difensiva secondo cui la società danneggiata aveva ancora debiti nei loro confronti; 3) non è documentato che le
somme per il fondo cassa siano state per intero fornite da uno solo o tutti i soggetti implicati. Tale versione è peraltro mutata nel ricorso, che sostiene che esse siano state
corrisposte per la metà da ciascuna delle parti contrattuali.” La Cassazione con queste motivazioni dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese
processuali e della somma di euro duemila ciascuno in favore della Cassa delle ammende. ac/AGIMEG