Si torna a parlare della legge regionale del Lazio ed in particolare del distanziometro nel corso del webinar organizzato da “Se questo è un gioco”.
Nel corso dell’incontro è intervenuto l’Avvocato Geronimo Cardia, Presidente dell’Associazione Concessionari dei Giochi pubblici: “Tutti i soggetti del gioco pubblico sono incaricati di pubblico servizio ma la questione territoriale non viene messa sul piatto dagli operatori del gioco pubblico, è una cosa di cui si parla dal 2011, è un problema dell’ordinamento che il legislatore mette da 10 anni nella legge di bilancio”.
“Non è in discussione se accettare o meno una regola che viene dalla Regione perché quello dei giocatori è un popolo che rispetta le leggi”, ha aggiunto Cardia.
La legge del Lazio, nel caso ad esempio dell’urbanistica di Roma, creerà uno scenario molto critico. “Le sale potrebbero essere aperte solo a Villa Pamphili, ”cacciando” il gioco dalla città per un 99,9 per cento – conclude il Presidente di Acadi-. Il legislatore potrebbe dire semplicemente che da oggi il gioco è vietato”.
“Le infiltrazioni criminali sono ovunque, anche nel terzo settore. I comparti dove ci sono grandi possibilità di guadagno necessitano di massima attenzione. Il settore del gioco è molto controllato, perciò le autorità investigative riescono ad individuare eventuali infiltrazioni. Serve una politica seria di prevenzione e che consenta di intercettare eventuali giocatori problematici. L’istituzione di un registro di autoesclusione serio è fondamentale. E’ errato affermare che l’intesa Stato-Regioni del 2017 non è stata attuata. Questa prevedeva infatti la riduzione del numero degli apparecchi, oggi ce ne sono 261mila, un numero minore rispetto a quelle che erano state previste”, ha concluso. lp/AGIMEG