Calcioscommesse: Baranca (Federbet) ad Agimeg: “Importante l’incontro con il presidente della Figc Tavecchio, ma in Italia si fa poco sulla prevenzione. La Lega di B sembra non vedere le evidenti anomalie di certi incontri”

La FIGC ha accettato il confronto con Federbet, federazione europea specializzata nel controllo del gioco d’azzardo legato agli eventi sportivi, sulla questione del calcioscommesse, e il presidente Carlo Tavecchio ha preso parte all’incontro che l’associazione ha organizzato sabato scorso a Novara. “Siamo contenti che Tavecchio abbia deciso di confrontarsi con noi” commenta a Agimeg Francesco Baranca, segretario dell’associazione, “anche se il presidente ha ammesso che non avrebbe mai immaginato che dai numeri si potessero scoprire delle combine”. Un’ammissione che non ci si aspetta dall’uomo che dovrebbe reggere le fila del calcio italiano. “Evidentemente” ribatte Baranca, “per anni si è giocato a creare un equivoco su quali soggetti fossero abilitati a fornire un monitoraggio e quali no, e su quali circuiti di scommesse andassero controllati e quali no. In ogno caso quello che ci interessava chiarire è che questa è l’ultima occasione per cambiare, poi non ne avremo altre”. E la Federazione sembra aver colto il messaggio: “Da Tavecchio abbiamo avuto una forte apertura, ma non ci interessa un accordo con la Federcalcio, noi vogliamo portare avanti le collaborazioni con le squadre e eventualmente con le Leghe. E’ la squadra che si deve prendere la responsabilità, come fanno ad esempio Atalanta, Novara, Varese e Udinese”. Baranca spinge infatti perché in Italia si adottino modalità di intervento diverse, basate soprattutto sulla prevenzione: “In Spagna, ad esempio, si organizzano corsi partendo dai ragazzini da 10 anni. Quando poi c’è un sospetto si denuncia immediatamente e è la magistratura a fare chiarezza. In ogni caso si interviene tempestivamente, in modo da dare un segnale alle sqaudre e ai giocatori”. Non tutte le partite che aveva segnalato Federbet come sospette sono poi finite nell’indagine di Catania. L’esempio più evidente è quello di Catania-Cittadella. “Sui giornali si leggeva di scommettitori della zona di Catania disposti a giocare qualunque cifra sul pareggio al primo tempo e il 2 al secondo” ricorda Baranca. Ma poi aggiunge che “l’abbiamo denunciata solo venerdì scorso. Secondo noi ci sono delle anomalie, ma poi dovrà essere la magistratura a effettuare le dovute indagini”. Il Catania insomma potrebbe aver truccato un numero maggiore di partite, di quelle che ha confermato il presidente Pulvirenti. Un’ipotesi che però Baranca non conferma, e si limita a dire che “nell’indagine di Catania ci sono due filoni di indagini: quella sulla compravendita delle partite, e quello sulla ‘fuga di notizie’ riguardanti la compravendita delle partite” che poi avrebbe dato vita alle scommesse anomale. “La Procura di Catania per il momento ha solo rilevato che i nostri rilievi sui flussi anomali andranno chiariti”. Nelle indagini è finito anche Gianluca Impellizzeri – per ora ritenuto solo il soggetto che avrebbe dato a Pulvirenti i soldi necessari alle combine – ma che nella vita “è il titolare di un’agenzia con concessione”. Alcune scommesse sospette insomma sembrano essere finite anche sul circuito legale. “Lo conferma il fatto che anche il Ministero degli Interni abbia fatto una segnalazione sul flusso anomale di scommesse su Catania-Trapani” commenta Baranca. “Solo la Lega di B non si era accorta di nulla”. Baranca non nasconde il ,livore nei confronti di Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, con il quale ha avuto un infuocato confronto a distanza a metà maggio, quando Federbet fece le prime segnalazioni sul Catania. “Abodi si limitò a pubblicare una nota affermando di aver chiesto alla Uefa i dati sui flussi delle scommesse” commenta. “Evidentemente queste partite non venivano monitorate di per sé, ma a richiesta venivano forniti dei dati”. Si può immaginare, tuttavia, in mancanza di anomalie, la Uefa non abbia effettuato segnalazioni. “In ogni caso questo lascia presumere che la prevenzione non sia stata fatta in maniera corretta” replica ancora Baranca. “In ogni caso Abodi ha concluso che noi ci accorgevano delle combine perché eravamo collegati al circuito illegale. Per noi non esistono bookmaker legali o illegali, ma una serie di operatori asiatici – quelli che il presidente Abodi definisce illegali – hanno partnership con il soggetto che effettua controlli per loro conto”. Baranca comunque sottolinea nuovamente l’importanza di monitorare tutte le reti delle scommesse: “Il mercato non è a compartimenti stagni. Nel caso del Catania, noi abbiamo rilevato quote anomale nei mercati italiani che poi hanno avuto ripercussioni anche nei mercati esteri, in particolare quello asiatico”. gr/AGIMEG