Stretta sul gioco nella città di Bologna. Dieci sale sono state già chiuse, mentre una ventina nel mirino. Nella città è, infatti, diventato operativo il distanziometro, la misura introdotta dalla legge regionale che stabilisce per le sale la distanza minima di 500 metri dai luoghi ritenuti sensibili, come scuole, chiese, palestre e altri. Con particolare attenzione al centro storico, destinato ad eliminare tutti gli apparecchi da gioco entro il 2022. Bologna ha mappato 766 zone offlimits, la normativa ha messo fuori legge 46 sale su 50. Per ora solo 17 – riporta la Repubblica Bologna – hanno scelto di spostarsi, le altre, se non si saranno attivate per traslocare, presto dovranno interrompere le attività. “A oggi abbiamo chiuso dieci sale in vari punti della città. Ma non ci fermiamo, perché tra febbraio e marzo scadranno molte proroghe concesse ad altre sale. Se non si metteranno in regola interverremo con nuove chiusure”, ha detto l’assessore alla Sicurezza e al Commercio Alberto Aitini. Nei giorni scorsi il Tar ha bocciato in blocco i ricorsi presentati da sette sale scommesse cittadine che si erano opposte alla chiusura. “Le pronunce del Tar ci dicono che siamo sulla strada giusta. Bisognava mettere un freno al proliferare delle sale”, ha aggiunto l’assessore. Invece, i locali “generalisti” che ospitano apparecchi da gioco avranno più tempo per eliminare le slot. Ma non oltre il 2022, quando scadranno le ultime concessioni. “Vogliamo liberare Bologna dalle slot ed è realistico pensare che entro due anni il centro storico diventerà slot free. Entro le mura scompariranno tutte, perché non c’è nessun posto oltre i 500 metri dai luoghi sensibili”, ha detto Aitini. Oltre al distanziometro, l’ordinanza comunale consente di tenere accesi gli apparecchi solo dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22.00. “La nostra delibera risale ormai a un anno e mezzo fa. Abbiamo concesso tutto il tempo possibile per spostare le sale senza compromettere l’occupazione. La salute viene prima del profitto e ora sappiamo che la giustizia ci dà ragione”, ha concluso Aitini. cdn/AGIMEG