Per il terzo anno consecutivo sono diminuite a Bologna le persone che hanno chiesto aiuto per la prima volta ai servizi sanitari per problemi di dipendenza dal gioco d’azzardo. E’ quanto reso noto dal Rapporto annuale sulle dipendenze relativo all’area metropolitana, presentato oggi. Nel 2018, 89 persone si sono rivolte ai servizi sanitari contro le 92 del 2017 e le 103 del 2016. In calo anche il numero di persone prese in carico dai servizi, che passano dai 200 nel 2017 ai 186 dello scorso anno. Dati che mostrano una situazione meno allarmante rispetto a quella prospettata dalla politica locale e che ha portato alla Legge regionale sulla materia: le nuove disposizioni sul settore del gioco impongono alle sale una distanza minima dai luoghi sensibili di 500 metri e di conseguenza la chiusura di molte attività. Solo Bologna sono 52 le sale giochi che rischiano da subito la chiusura per effetto della Legge regionale: i titolari si troveranno di fronte alla scelta (ma in pochi potranno permetterselo) di cessare l’attività o trasferirsi. Questa situazione drammatica per imprenditori e lavoratori del settore ha portato alla manifestazione di protesta che si è tenuta la scorsa settimana davanti al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. L’evidente pericolo della perdita di molti forze di lavoro (migliaia gli operatori a rischio) ha portato i consiglieri, dopo un confronto con alcuni rappresentati dei manifestanti, a valutare un proroga della legge. lp/AGIMEG