Betting exchange: malumore dei giocatori per la scarsa liquidità. L’esame vero saranno i Mondiali

Grande attesa per il betting exchange, che ha passato il collaudo tecnico con i primi operatori, ma ora deve superare l’esame d’italiano. La nuova variante delle scommesse sportive troverà terreno fertile nel “.it”? Una prova che si gioca tutta sulla liquidità che riuscirà a generare il “punta e banca” made in Italy, fattore determinante per la riuscita del gioco. Saranno i Mondiali, secondo le previsioni degli operatori, a dare le indicazioni reali, ma la fase di test ha già scatenato gli appassionati dell’exchange. Grande attesa ieri, attesa che ricordava quella che ha anticipato le prime partite di poker online. Juve-Livorno è stata la partita scelta per l’esordio e tutti gli scommettitori che per la prima volta hanno dovuto abbandonare le piattaforme internazionali per lo scambio di scommesse hanno detto la loro. Il verdetto, nei commenti tra i vari blog e i social network, è quello di un pubblico diviso tra chi non vedeva l’ora di sperimentare e chi rischia di vedere rotto il proprio giocattolo. I più critici sono i fedelissimi del .com, quasi dei professionisti del gambling, abituati a comprare e vendere con ritmi impressionanti, ma fino a quando il mercato non è pieno di giocatori tutto questo è impossibile. Poche migliaia di euro non hanno saziato gli italiani. Una bocciatura? No, considerando che l’esame di maturità vero è a giugno, ma intanto non tutti hanno apprezzato la lentezza degli scambi. L’addio alla liquidità condivisa ha scatenato qualche malumore, ma va detto che molti italiani devono ancora conoscere l’abc dell’exchange e che il gioco live (fortissimo nel punta e banca) ha ancora un ruolo marginale rispetto al pre match. Intanto secondo Francesco Rodano di Aams si tratterà di un mercato particolare: “Non credo ci sia spazio per tanti operatori. Si tratta di un gioco quasi completamente distinto da quello delle scommesse tradizionali”. Intanto previsioni sulle dimensioni del mercato italiano non se ne fanno, neanche nella “Wall Street” delle scommesse, Betfair (destinato ad avere un ruolo di leader, in attesa di commentare i primi dati),  ma secondo un’analisi di Exane-Bnp Paribas l’avvio del business italiano dovrebbe significare per la stessa Betfair, società quotata al London Stock Exchange, ricavi per circa 50 milioni di euro, che corrispondono, per la Borsa delle scommesse made in Italy, a un giro d’affari complessivo di un miliardo di euro.  cz/AGIMEG