Botta e risposta in tema di gioco tra Pier Paolo Baretta, sottosegretario Mef e candidato del Pd per le prossime elezioni, e Micaela D’Aquino, candidata M5S. D’Aquino ha attaccato infatti l’operato di Baretta, sostenendo che non avrebbe attuato le misure necessarie per il contrasto al gioco. “E i fatti dove sono? – commenta la candidata pentastellata – Sempre tante belle parole e promesse sul futuro. Ma sino ad ora dove eravate?”. Immediata la risposta del sottosegretario che ha replicato: “Che piacere sapere che la candidata d’Acquino esiste! Sugli altri argomenti non si confronta e su questo dimostra di non conoscere. Dice la candidata 5 Stelle: “I fatti dove sono?”. Eccoli: il decreto che riduce del 35% le slot porta la mia firma; la proposta di dimezzare i punti gioco e di ridurre da 500 euro a 100 la giocata nelle Vlt; la riduzione della pubblicità; la qualificazione dell’offerta; le misure per una maggior tutela dei minori sono tutte contenute nell’intesa che ho fatto con gli Enti locali. E i 5stelle cosa propongono? Di abolire il gioco legale – come se lo si facesse sparire per legge e la criminalità stesse a guardare – ma anche di tassarlo di più per finanziare altre loro proposte, come il reddito di cittadinanza. Abolire o tassare? Ecco un esempio di cosa significa confondere gli elettori…”. Lo scontro è, poi, continuato con un militante del Movimento che ha accusato Baretta di evitare il dialogo con il senatore M5S Giovanni Endrizzi. “Il Convegno aveva una programmazione prevista e concordata per un’ora – ha replicato Baretta -. Ho ritenuto corretto trattenermi, comunque, per un’altra ora (saltando un impegno successivo) per rispetto del Sindaco, che parlava dopo di me. Mi dispiace non aver potuto fermarmi oltre. Ho visto il Senatore Endrizzi in sala; non sapevo che avrebbe partecipato, poiché il programma del convegno non prevedeva un suo intervento”. “Mi preme, in ogni caso, ribadire la grande contraddizione del Movimento rispetto al gioco pubblico – ha concluso Baretta -. Delle due l’una: o si utilizza il gioco, agli attuali livelli, aumentando la tassazione per finanziare il reddito di cittadinanza; o, come sostiene il Senatore Endrizzi, il gioco è un pericolo sociale e merita di essere drasticamente ridotto. Entrambe le condizioni non possono darsi insieme”. fm/AGIMEG