“Per pararmi da un guaio peggiore, e qui non posso andare molto oltre, con il mio avvocato ci inventammo la storia del gioco d’azzardo compulsivo, che era l’unica scappatoia”. A rivelarlo Marco Baldini, conduttore radiofonico e personaggio televisivo, in un’intervista al Corriere della Sera.
Per anni Baldini ha dichiarato di essere ludopatico, di riconoscere nelle scommesse sui cavalli la sua grande debolezza. Ma, ora, riporta un’altra verità. In realtà la ludopatia è stato un escamotage per giustificare un’uscita di denaro consistente dovuta ad un giro di malavita. Era entrato in un gruppo malavitoso, una società immobiliare che in realtà riciclava i soldi sporchi della malavita organizzata. Per due anni della sua vita Baldini ha fatto affari immobiliari con guadagni immediati con queste persone, che hanno poi avuto bisogno di investire una cifra più importante, circa 2 miliardi di lire, per realizzare un complesso immobiliare di case di lusso. Ma era una truffa. I malviventi vengono arrestati e Baldini perde tutta quell’enorme cifra. Così ha inventato la storia del gioco per giustificare le ingenti entrate e uscite di denaro relative al suo conto.
Sul libro riguardante la ludopatia che ha scritto ha detto: “Chiesi sei mesi di tempo, in realtà mi dovevo documentare perché ne sapevo poco o niente e facendolo ci sono caduto dentro, però non ai livelli enormi di cui si parla. Ci hanno fatto anche un film e così tutta Italia si è convinta che io fossi un giocatore compulsivo. Ma non lo ero, ci sono cascato nella ricerca di essere credibile in quello che raccontavo: se ti avvicini troppo al fuoco poi ti bruci”.
Giocare ai cavalli “mi piaceva, ma i miei racconti erano esagerati”. Non ha inoltre mai perso ingenti cifre al gioco rivela, infine, Baldini mai 40 milioni di lire in una giocata. cdn/AGIMEG